“13.1 miglia (21 km e rotti…) perché sei solo mezzo pazzo”, bella!
La
foto me la manda Andrea che mi sta incitando da mesi e mi fa sorridere
perché rende bene le mie sensazioni pre “RomaOstia”!
Sono un mezzo pazzo
perché faccio la mezza maratona, perché la faccio con (poco più di)
mezza tabella di allenamento rispettata, perché sono ancora mezzo
convalescente e perché mi sento pronto per la mezza distanza (i 10 km…),
insomma sono una mezza sega!
Sono agitato, emozionato, eccitato,
preoccupato… Son già due notti che dormo male e non oso immaginare come
dormirò sabato…
Ieri ultima corsetta di rifinitura e ottimissimo
tempo sugli 8km!!! Se non fosse che domenica ne avrò altri 13 davanti
direi che sono in forma, ma ovviamente non è così. Non mi sento al 100% e
ho l’ansia di non aver completato la tabella come avrei voluto e
dovuto: era tutto perfetto fino a metà gennaio, poi la maledetta
influenza che mi ha tenuto a letto una settimana e che mi ha fatto
correre poco e male anche nelle settimane successive, almeno fino a una
decina di giorni fa.
E’ cambiato tutto lì… sia la forma fisica,
che la preparazione, che il mio approccio alla gara e soprattutto agli
altri: dal 18 gennaio sono diventato uno di quei vecchi brontoloni che
quando li incontri hai paura a chiedergli come stanno, perché lo sai che
poi ti attaccano la pippa del tempo che passa, dei dolori, del “quando
ero giovane”… Poi, per educazione, la domanda la fai lo stesso e nel
momento esatto in cui l’hai finita e il vecchietto (o la vecchietta…
perchè uomini e donne sono uguali nell’essere pesanti!!!) attacca a
rispondere pensi che vorresti essere ovunque, ma non lì e ti si legge in
faccia… E io vedevo quella faccia lì in chiunque mi chiedesse della
corsa, della preparazione… Amici, colleghi, semplici conoscenti:
“Allora? Vai a Roma? Fai la maratona (tra i non addetti, maratona e
mezza maratona sono uguali… provate a correrla e poi mi dite se sono
uguali!)?”.
Ed ecco lo spirito di Brontolo impossessarsi di me:
“Eh no, sono stato ammalato, andava tutto benissimo prima
dell’influenza, poi sono stato a letto, poi sono sempre debole, poi mi
fanno male le gambe… non riesco più a correre, ho perso il ritmo, non so
se andrò, forse vado ma non partecipo, forse partecipo ma di sicuro non
la finisco, forse cammino, forse prendo la metro…”
“Ah ok, si ciao scusa devo andare”
“No aspetta volevo anche aggiungere che mi fa male un piede, le gambe sono molli…”
“E pazienza ne farai un’altra”
“Si però, sai, ci tenevo, era la prima, avevo una tabella, la stavo rispettando, poi l’influenza”
“Si si l’influenza, me l’hai già detto, scusa ho un treno per Timbuctù che parte tra tre minuti…”
“Ah si scusa, magari ti ho un po’ annoiato, ma sai, la corsa, come dice
Mark Rowlands nel suo bellissimo libro "Correre col branco", che tra
l’altro ha scritto proprio prima di una maratona a cui arrivava
assolutamente impreparato, proprio come me… eh si, non so se te l’ho già
detto, ma non mi sto preparando come vorrei per questa corsa, sai ho
avuto l’influenza e…”
“Scusa devo andare a Timbuctù, ci vediamo quando torni, se torni!”
Ecco,
una cosa così… ci arrivo con questo stato d’animo, ma ormai alla
partenza mancano due giorni, il pettorale 7276 è a Roma che mi aspetta,
la borsa con:
1. le mie Kayano 20
2. la maglia termica
3. la maglietta
4. la giacca impermeabile
5. I calzini kiprun e gli slip
6. i pantaloni corti
7. i pantaloni lunghi (e che ne so che tempo ci sarà? Io porto tutto, non si sa mai…)
8. gli enervitene gel pre e durante sport
è pronta per essere caricata in treno, la lettera d’iscrizione ce l’ho… E allora si parte!
Vada come vada perché la corsa, come dice Mark Rowlands…