E quindi s’è capito che su due
cose sono sempre in puntuale ritardo: tagliare il traguardo a fine gara e
scrivere sul blog. Tra l’altro “puntuale ritardo” era proprio un ossimoro, sì,
ma questo è un blog che parla di podismo e non di linguistica italiana, quindi
passiamo oltre. La settimana scorsa la gloriosa ma anche un po’ leggendaria
Podistica None è sbarcata nella contea di Carmagnola per correre, appunto, la
StraCarmagnola 2013. Terra di conti e peperoni, Carmagnola è un bel posticino
comodo se si vuole prendere l’autostrada per andare al mare senza passare da
Nichelino, e poi, sì, la Stra-Carmagnola è una bella gara; inizialmente doveva
essere una classica nove chilometri e mezzo, poi però ha iniziato a piovere, ha
continuato a piovere, e ha smesso solo la sera prima della partenza. Ergo: cancellati
i tre chilometri di sterrato che nel frattempo si sono trasformati in un lago,
e gara che diventa una sei chilometri e mezzo super-veloce e ammazzante. Al via
la gente ha iniziato a correre come se fosse inseguita tipo dal Mastino dei Baskerville che però qui sarà stato il mastino dei Pautasso, visto che ci sono
pochi posti più piemontesi della piemontesissima cittadina succitata, e io non
è che potessi farmi superare da tutta ‘sta gente che correva assatanata,
quindi, per non saper né leggere né scrivere, ho seguito la massa e ho chiuso
il primo chilometro a 3’47” e il secondo a 4’15”. Nel corso del terzo mi devo
essere detto tipo “ma chi me lo fa fare di perdere la vita durante una gara
podistica” e ho corso su un molto più consono 4’38”, che, più o meno, ho
mantenuto fino all’arrivo. Gli ultimi mille metri, poi, li ho fatti in apnea e
senza la soddisfazione di bruciare qualcuno nell’ultimo rettilineo; voglio
dire: c’è sempre quel momento in cui vedo il traguardo laggiù in fondo, do
tutto quello che ho, e alla fine riesco a sorpassare due o tre sfigati che sono
più lenti di me negli ultimi trecento metri. Ma stavolta niente, anche nel
finale andavano tutti veloci, troppo veloci, è stata una gara veloce e a me
tutta ‘sta velocità mette ansia e fa venire il fiatone. A fine gara il mio
orologio diceva di tutto, tipo che avevo fatto il mio chilometro più veloce di
sempre, il mio miglio più veloce di sempre, la mia media gara più veloce di
sempre, e poi la mia frase preferita da qualche mese a questa parte: “ti
stringerei la mano se riuscissi a prenderti”. BOOM!
Pacco gara bello ma non
bellissimo: cappellino raffigurante un peperone che corre, maglietta raffigurante
anch’essa un peperone che corre (taglia L che poco si addice ad un podista ma
va più che bene per dormire), succo di frutta alla pera di una marca ovviamente
mai sentita in precedenza, bottiglietta d’acqua con il tappo-svolta a mo’ di
borraccia. Poi tra un panino alla nutella e una bevanda post-gara, un gruppetto
della Podistica None (la società podistica più swag del piemonte, forse anche d’Italia,
ma perché non del mondo intero) ha scattato la foto che vedete qui sotto. “Chi
si mette la maglia dei Podisti Anonimi?” – “ma vai a chiamare Franca, gliela
facciamo mettere a lei!”. Instant-classic.
Nota a margine: nella foto qui sopra manca il bomber del team, il baus della riserva, il mayne della podistica: Mino. Problemi al ginocchio l’hanno costretto ad un riposo forzato che non ci voleva. Ve lo giuro, stava per fare l’ultimo salto di qualità quando ha deciso di cambiare scarpe, passare ad un paio di Mizuno a cavallo tra le categorie A1 e A2, e già che c’era di usarle anche in un paio di allenamenti, oltre che in gara. Ciao ginocchio, CIAO.
Lo vogliamo ricordare così: nello scatto di qualche settimana fa, durante il quale sfreccia noncurante dei limiti di velocità del comune di La Loggia. Eroe nel vento. Torna presto roccia!