Adesso
riavvolgo il nastro e cerco di raccontarla, di riviverla, di ri(per)correrla...
Sabato:
recupero borsa, maglia (fighissima, dell'Adidas) e pettorale (l'ormai mitico, anche
se solo per me, 7276) da Andrea (è il destino che mi manda un “Andrea” per la
mia corsa più importante), il marito di una collega romana.
Naturalmente ci
incontriamo al Colosseo con le famiglie. Anche loro hanno 2 bimbe e in meno di
due secondi le piccole romane e le piccole milanesi sembrano conoscersi da una
vita e io e Andrea pure, perché anche i runner sono bambini! E' il bello della
corsa come dice Mark Rowlands (eccolo!!!): facciamo talmente tante cose in
funzione di qualcos'altro che ci siamo dimenticati di quanto sia bello farle
per il piacere di farle. E' l'essenza del gioco: compiere un'attività con i
mezzi meno idonei, per il solo gusto di compiere proprio quell'attività. In
effetti... chi farebbe a piedi, di corsa, i 21 km che vanno dall'EUR a Ostia
Lido, ben sapendo che con la macchina o col treno ci si metterebbe molto meno
e con molta molta molta meno fatica? Eppure... Eccoci qua io e Andrea che
giochiamo e passiamo due ore a parlare di tempi, medie, minuti al chilometro,
scarpe, abbigliamento tecnico, alimentazione pre gara (“Oh mi raccomando,
stasera solo carboidrati!”), tattiche (“Domani seguiamo il pacemaker dei 6
minuti, magari quello dei 5 e 45, vediamo come stiamo, poi al limite
acceleriamo”). Le nostre mogli ci guardano, con quel misto di amore,
divertimento, pena e rassegnazione, ma del resto... hanno voluto sposare degli
atleti? Ci lasciamo con l'appuntamento all'indomani alle 8.
Domenica:
ovviamente notte agitata, interrotta da sogni premonitori e cattivi presagi...
Sveglia puntata alle 6.40, ma dalle 6 l'occhio è pallato e allora alle 6,30
inizio la preparazione: colazione con due crostatine portate da casa, tanta
acqua e vestizione del guerriero! Mi vesto con gesti lenti, misurati, ogni
indumento viene soppesato, tastato, indossato con meticolosità, come una
seconda pelle.
Esco, la
metro è sotto casa, sono in largo anticipo ma non si sa mai. Arriva il treno ed
è già pieno di runner! Ci riconosciamo per l'abbigliamento e per le borse
multicolori (quelle che consegneremo ai camion alla partenza e che ritroveremo
all'arrivo, che organizzazione spettacolare!!!), ci salutiamo, ci sorridiamo
con quel senso di appartenenza che solo un runner può capire. Siamo noi, stiamo
andando alla partenza , stiamo per compiere la nostra impresa!
Arrivo
all'EUR molto prima dell'appuntamento delle 8, seguo la fiumana di gente e
arrivo alla partenza. E' già pieno, ma il grosso deve ancora arrivare. Meglio
così! Davanti ai bagni chimici non c'è ancora quella fila che ci sarà tra poco
e posso permettermi di “scaricare la tensione” ben prima del famigerato “Ottavo
del Cinghio”.
Arriva
Andrea, foto di rito e ci scaldiamo.
Alle 8,30, esattamente un'ora prima della partenza mi prendo i miei 2 “Enervitene gel pre sport” e senza accorgercene arrivano le 9,30! Ci incanaliamo nella ressa e pian piano attraversiamo la linea di partenza. Runkeeper non mi tradisce e parte perfetto! E' l'inizio della mia prima mezza maratona, mi batte il cuore e ancora non ho iniziato a correre! Davanti a noi migliaia di teste, colori, maglie, scarpe, pettorali: un fiume in piena diretto verso il mare (quando sei runner ti vengono certe metafore...)! Tra tutte queste teste, però, non si vedono i pacemaker... Saranno più avanti? Saranno più indietro? E chi lo sa... fatto sta che io e Andrea ci guardiamo e all'unisono ci diciamo che partiamo a 6, facciamo i primi 10 così e poi vediamo... Avremo modo di testarci a vicenda.
I primi 3
sono lenti, un po' per nostra scelta un po' perché siamo davvero tantissimi e
anche volendo (ma noi vogliamo?) non si riuscirebbe a passare. Io e Andrea ci
guardiamo, “Come va?” è la domanda ricorrente, “Benissimo” è la risposta
scontata. Andrea ha anche modo di farmi da Cicerone e mi racconta un po'
dell'EUR, bello, decisamente residenziale, ricco... Poi svolta a sinistra e inizia
la prima delle due salite di cui ho letto sul sito! Un po' le temo, ho davanti
un sacco di chilometri e penso che le gambe ne possano risentire... Ma la prima
non è una salita, è più o meno come il ponte viola del Forlanini, niente di
impressionante, la scavalliamo senza sforzo apparente, alla nostra media
attorno ai 6. Fa caldo, c'è un bel sole primaverile e la termica che ho sotto
la maglietta è di troppo. Mi spoglio, la tolgo e andrò solo con l'Adidas fino
alla fine.
“Come va?””Benissimo” “Così fino al decimo poi
vediamo!”. Imbocchiamo la Cristoforo Colombo, la via lunga e dritta che ci
porterà fino al ventunesimo! E' grandissima, coi pini marittimi ai lati, la
classica via per il mare! E il mare ci aspetta! Ad ogni piccolo scollinamento
abbiamo modo di emozionarci vedendo quante migliaia di persone abbiamo davanti
(ma ne abbiamo altrettante dietro!!!). Il ritmo è ancora blando, ma costante,
siamo bravi, quasi meglio dei pacemaker! Tutto attorno gente festante, urla,
incitamenti! E' bello, è una gioia! Me li ricordo i milanesi incazzati alla
deejay ten, quelli che dovevano assolutamente attraversare la strada e che “Ma
cosa le fate a fare ste buffonate che bloccano la città?”, qui no, qui ti
incitano tutti, e lo faranno fino all'ultimo metro! Noto alcuni cartelli: “Nun
te lamentà” “Daje” “Spaghetti con le vongole a 100 mt” “ Ce semo quasi (tipo al
decimo chilometro)”... Il clima è allegro a bordo strada, ma anche in corsa: a
uno squilla il telefono, da dietro si sente: “Dije che c'hai da fa'!” e ridiamo
tutti, abbiamo ancora il fiato per farlo!
“Come
va?””Benissimo” “Così fino al decimo!”. Io e Andrea siamo complementari, il suo
programma gli dà il parziale di ogni singolo chilometro, la Gabriella ci dà la
media, non ci manca niente, nemmeno il fiato! E' tutto perfetto, durerà? Boh,
intanto andiamo avanti sereni!
Attorno al
settimo altra salitella, un po' più lunga e ripida, ma niente di che, poi bella
discesa fino al decimo, la nostra media ne trae giovamento e proseguiamo, belli
soddisfatti. “Come va?””Benissimo” “Magari aspettiamo ancora dopo il ristoro
per cambiare passo eh?” ecco... iniziano i primi, leggerissimi sintomi di
insicurezza... Io per non saper né leggere e né scrivere mi prendo il primo dei
due “Enervitene gel durante lo sport” per prevenire l'accumulo di acido
lattico. E' una bomba di zucchero e non vedo l'ora di arrivare al ristoro
dell'undicesimo per sciacquarmi la bocca! Ci arriviamo, ancora freschi, come
l'acqua che prendiamo al volo... forse troppo fresca... “Oh ci verrà mica il
mal di pancia””Boh, io ne bevo poca!”.
“Come
va?””Benissimo” “ Così fino al ristoro del 16?” “OK”... più il traguardo si
avvicina, più il nostro cambio di ritmo si allontana...
Al
tredicesimo mi rendo conto che sto correndo una mezza maratona, la mia prima
mezza maratona … Non so perché, ma la percezione esatta ce l'ho proprio lì, al
cartello del KM 13, dopo i due chilometri dell'ultima salita (tosta eh... ma...
cari romani... volete una salita? Andate a Solferino... quelle si che...)
comunque... dicevo... è lì, in piena discesa che so, lo so con esattezza, lo so
con precisione millimetrica, so che sto correndo la mia prima mezza maratona!!!
Mai fatte tapasciate di 13 chilometri... quindi... non è una tapasciata, è una
cosa “seria”!
“Come va?””Benissimo”
13, 14, 15, 16...
i chilometri passano, mi sembra che i cartelli arrivino più velocemente, ma dal
sedicesimo inizia l'incognita! Per colpa dell'influenza (non so se l'ho già
detto, ma ho avuto un'influenza che...), non sono più riuscito a fare più di 16
chilometri... quindi da qui in avanti è un terreno inesplorato, non so come
reagirò... “Come va?” “Bene, ho le gambe un po' dure””Arriviamo al 18 e poi se
spigne!””Ok ci proviamo!”. Mi sembra addirittura di passare un “Ortichino”, ha
la maglietta dell'Ortica team e il nome “Rocco” stampato sulla maglia, sarà
vero? E' un'allucinazione? Comincio a credere di essere al Forlanini?
17 e 18
ancora buone sensazioni, il ritmo è sceso, ma non quanto avremmo voluto...
“Come va?” “Abbastanza bene, i polpacci sono duri””Partiamo al 19!” “Va bene!”
Ed eccolo il
19! Lo vedo, da lontano, ma non arriva, non arriva più... come se io corressi e
lui pure... lo fa apposta, si sposta, si allontana... “Come va?””Così così...
tu vai Andrea, io non ce la faccio”... Al 19 Andrea parte... io mi fermo... duro
come un baccalà, le gambe du' pezzi de marmo... vedo la schiena di Andrea che
si allontana, piano... io ... cosa faccio? Rallento? Cammino? Mi fermo? Faccio
stretching? Eccoli tutti i nodi che vengono al pettine!!! E lo sapevo...
maledetta influenza!! per ora rallento... dopo lo scollinamento c'è il mare, lo
sento... sento la brezza... la gente a bordo strada è fantastica, ci incita tutti, ci danno cinque a profusione, io
me li prendo... mi caricano... Vedo il ventesimo, vedo anche Andrea, ancora non
lontanissimo... “Come va?” me lo chiedo e mi rispondo da solo che va malissimo,
ma che in fondo ci arrivo, cazzo!
E vedo il traguardo!!! Lo vedo, mi viene da piangere, ma non è il momento della
commozione... una leggera discesa mi dà l'illusione di poter “spignere”
l'ultimo chilometro, ma è un'illusione appunto... il traguardo è lì, ma per
arrivarci c'è un tratto sul lungomare. Che cazzo vuol dire, lo vedo, ma non
posso arrivarci, devo girargli attorno, fare il lungomare e poi ci sarà
un'inversione a U, perché vedo gente che corre nella direzione opposta alla
mia... “Arriverà st'inversione, arriverà”... ma non arriva... Arriva Andrea, lo
vedo che corre nell'altro senso, lo invidio e per un attimo penso di
tagliare... E' un attimo di debolezza, una frazione di secondo, ma ammetto di
averla avuta. Poi vedo il punto dell'inversione, faccio la curva e con le gambe
di marmo affronto gli ultimi 400 metri! 300, 200, 100, 50, 40,30, 20, 10, è
finita!!!!!!!!!
Piango, ora si...
Mantellina,
medaglia, ristoro e... Telefono all'Ila! Sta arrivando in treno con le bimbe,
ci aspetta un pomeriggio in spiaggia!
Nel frattempo... massaggi!!!!!!!!!!!!! Si!!! Massaggi!!!!!! Me li sono
meritati!!!!
Aspetto il mio turno e rinasco! Poi doccia allo Sporting Beach (roba da ricchi!)
e finalmente pranzo sulla spiaggia!
E' finita!!! La mia prima mezza maratona è finita! Non so se sono pronto per la
prossima, ora mi godo questa! Fino in fondo, fino a domani!
P.S. Come un
vero atleta, alla fine di un mondiale, di un'olimpiade fingo di essere nel dopo
gara, nel box Rai, intervistato da Elisabetta Caporale... e parto coi
ringraziamenti.
Grazie ad
Andrea, Andrea l'originale, è tutto merito suo, i miei inizi, i miei progressi,
le ultime settimane di ripresa... senza i suoi incitamenti, senza le tapasciate
della domenica, senza le ultime corse insieme al Forlanini, non solo non avrei
mai finito, ma non avrei nemmeno mai iniziato!!!
Grazie a
tutti i podisti anonimi che mi hanno sostenuto con mille whatsapp e con
quel video che mi ha fatto piangere
sull'Italo che mi portava a Roma!
Grazie ad
Andrea il romano, che ha corso con me, mi ha fatto compagnia e mi ha sostenuto
fino al 19esimo! Una bella esperienza condivisa e una nuova amicizia grazie
alla corsa!
Grazie all'Ila e alle piccoline che mi hanno accompagnato a Roma, che sono
venute all'arrivo e che mi hanno sostenuto in tutti questi mesi ridendo dei
miei abbigliamenti invernali, sopportando le mie tabelle, i miei racconti, i
tempi sul chilometro...
Grazie al
Dipa per aver sopportato i miei racconti durante le nostre cene del sabato sera
e per avermi mandato le prime foto della gara, lui da Milano a me che ero a
Roma…
Grazie a
Gianfranco e all'Ortica Team per tutto l'entusiasmo che mi hanno trasmesso!
Grazie a tutti quelli che, da Melegnano a Solferino, mi hanno chiesto della corsa, della preparazione,
del viaggio e mi hanno incitato a non mollare: un grazie da niente, ma che per
me vale come mille medaglie!
Ah, vedo che hai lasciato a me il piacere di raccontare il resto della storia. E dal momento che non posso in nessun modo esimermi, ci sarà presto un post, sallo, un post che ha bisogno di stare qualche giorno nel decanter, però.
RispondiEliminaMa arriva.
Promesso.
L'ottavo del cinghio. Ahahah C'ero anche io a Ostia. Che invidia. La prossima volta vengo anche io... Se gliela faccio 😃😃😘
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