Quando vai veloce, vai più veloce di quanto vai lento quando vai lento.
Sudore, fatica e solitudine, ora che la schiena di Guido ha detto basta. Ossigeno sufficiente solo a far muovere le gambe, poca lucidità. Pensieri strampalati, teoremi retti da fondamenta ancora troppo instabili per avere l'autorevolezza del teorico. Ma cose che succedono e forse non per caso, pensieri che mi va di condividere.
Quando vai veloce, vai più veloce di quanto vai lento quando vai lento sta per: quando fai le ripetute, le frazioni veloci le corri più veloci di quanto non siano lente le frazioni lente. E questo perché, con l'allenamento, la capacità di correre veloce aumenta progressivamente, così come l'abitudine a non andare lento più di tanto. Niente di nuovo, lo so, ma non è tutto: c'è di mezzo una componente mentale non indifferente, elemento cardine del discorso.
Quando corri veloce sai che devi dare il meglio di te per un lasso di tempo/spazio circoscritto, finito il quale c'è il recupero. L'orizzonte è sempre piuttosto vicino. Quando recuperi, sfrutti l'abbrivio dato dalla frazione veloce e non fatichi oltremodo a tenere un passo abbastanza sostenuto ma comunque sostenibile.
In questa alternanza di veloce e lento sprechi molte meno energie mentali rispetto a quando decidi di tenere un ritmo tendenzialmente alto in maniera costante. Il tempo medio finale, secondo la mia esperienza - che è l'esperienza di un amatore da 50 Km la settimana iniziato alla passione da meno di un anno - ne beneficia. Fino a che si tratta di percorrenze di medio raggio (mezza maratona), il teorema, per quella che è la mia condizione attuale, ha un senso.
Qui in basso c'è il recap di una sessione di allenamento che, al momento di allacciare le scarpe, prevedeva 6 ripetute da 1 Km e del contorno senza pretese. Ma su suggerimento di Gabriella, si è trasformata, con un allungo finale e senza ricorrere alla mela magica, nel mio tempo migliore sulla distanza.
E' solo un caso?
Oggi penso di no. Domani chissà.
Quando vai veloce, vai più veloce di quanto vai lento quando vai lento sta per: quando fai le ripetute, le frazioni veloci le corri più veloci di quanto non siano lente le frazioni lente. E questo perché, con l'allenamento, la capacità di correre veloce aumenta progressivamente, così come l'abitudine a non andare lento più di tanto. Niente di nuovo, lo so, ma non è tutto: c'è di mezzo una componente mentale non indifferente, elemento cardine del discorso.
Quando corri veloce sai che devi dare il meglio di te per un lasso di tempo/spazio circoscritto, finito il quale c'è il recupero. L'orizzonte è sempre piuttosto vicino. Quando recuperi, sfrutti l'abbrivio dato dalla frazione veloce e non fatichi oltremodo a tenere un passo abbastanza sostenuto ma comunque sostenibile.
In questa alternanza di veloce e lento sprechi molte meno energie mentali rispetto a quando decidi di tenere un ritmo tendenzialmente alto in maniera costante. Il tempo medio finale, secondo la mia esperienza - che è l'esperienza di un amatore da 50 Km la settimana iniziato alla passione da meno di un anno - ne beneficia. Fino a che si tratta di percorrenze di medio raggio (mezza maratona), il teorema, per quella che è la mia condizione attuale, ha un senso.
Qui in basso c'è il recap di una sessione di allenamento che, al momento di allacciare le scarpe, prevedeva 6 ripetute da 1 Km e del contorno senza pretese. Ma su suggerimento di Gabriella, si è trasformata, con un allungo finale e senza ricorrere alla mela magica, nel mio tempo migliore sulla distanza.
E' solo un caso?
Oggi penso di no. Domani chissà.
d'accordo al 100%. Mi è capitato spesso di tornare a casa a piedi (quindi, spesso, correndo) dopo un allenamento nel solito circuito di campagna, e mi sono reso conto che dopo aver fatto le ripetute corro più veloce di quanto dovrei, anche se l'allenamento l'ho finito e tutto quello che voglio è una doccia.
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