Mi son fatto un giro sulla Wayback Machine e sono andato a vedere, a spanne, quando c'è stato il primo contatto con un allora ventunenne che, nel settembre 2008, si descriveva con queste parole:
Davide, 21 anni da No-one City. Playmaker, springsteeniano anziché no, figura chiave di un'intricata trama governativa, un complotto teso ad occultare la verità sull'esistenza di una forma di vita extraterrestre. E' una congiura internazionale per dirla tutta, ha i suoi uomini di punta ai più alti livelli della politica e tocca da vicino la vita di ogni uomo, donna o bambino del pianeta. E nessuno ci crede! Dicono di me: Geek, affetto da quasi certa sindrome bipolare, paranoico, pungente, arricchente, agorafobico, infoscato, perennemente insoddisfatto, catastrofista, disfattista, invariabilmente morto di sonno, totalmente sprovvisto di un'organica filosofia di vita. Eletto miglior vegetale del cazzo 2006. Il ragazzo ha le qualità, ma non si applica. Telefonare ore pasti, astenersi perditempo.
(clic qui se non t'accontenti del copia/incolla, ma vuoi che i tuoi occhi siano testimoni)
Davide, 21 anni da No-one City. Playmaker, springsteeniano anziché no, figura chiave di un'intricata trama governativa, un complotto teso ad occultare la verità sull'esistenza di una forma di vita extraterrestre. E' una congiura internazionale per dirla tutta, ha i suoi uomini di punta ai più alti livelli della politica e tocca da vicino la vita di ogni uomo, donna o bambino del pianeta. E nessuno ci crede! Dicono di me: Geek, affetto da quasi certa sindrome bipolare, paranoico, pungente, arricchente, agorafobico, infoscato, perennemente insoddisfatto, catastrofista, disfattista, invariabilmente morto di sonno, totalmente sprovvisto di un'organica filosofia di vita. Eletto miglior vegetale del cazzo 2006. Il ragazzo ha le qualità, ma non si applica. Telefonare ore pasti, astenersi perditempo.
(clic qui se non t'accontenti del copia/incolla, ma vuoi che i tuoi occhi siano testimoni)
Un giorno di qualche settimana fa, Davide, con il quale negli anni ho scoperto di condividere la passione per la corsa oltreché parte delle sue afflizioni mentali, m'ha proposto di partecipare a una Mezza organizzata dentro e tutt'intorno la Reggia di Venaria Reale. Bella location, bella gara mi diceva lui. E io, senza troppo indugiare, ho risposto sì, ci sono: non tanto per la gara in se, che per bella come potrà essere, rimane una gara che sapevo non avremmo corso fianco a fianco, quanto per potergli stringere la mano, finalmente, dopo tanti anni passati a leggere e a commentare reciprocamente le cazzate scritte da entrambi sui social network e pure su questo blog, separati da millemila chilometri di fibra ottica che scorre sulle dorsali dell'Internet quando Milano e Torino distano due ore scarse.
E' stato bello, è stata una splendida giornata passata con lui, Martina e i loro tanti amici. Ma non è di questo che voglio parlare qui, anche perché c'ha già pensato Davide a creare altrove l'hashtag per farlo.
Ricorderò la 4a edizione de Una corsa da Re come la mia prima volta sotto l'ora e trenta minuti in una Mezza. Un traguardo che, chiedilo al Compagno Guido se non ci credi, solo poche settimane fa ritenevo pressoché impossibile. E che ancor di più sembrava esserlo dopo aver visto l'altimetria del percorso e scoperto che la superficie era 100% sterrato o quasi. In aggiunta, le pozzanghere figlie delle piogge dei giorni precedenti, una posizione in partenza per nulla favorevole (40 secondi tra lo sparo e il mio passaggio sulla linea di partenza) e la confluenza sul percorso, a un certo punto, del gruppone dei partecipanti alla 10 chilometri. Roba che per attraversare una cancellata è stato necessario camminare. I presupposti non c'erano già prima della partenza, quindi, e i primi due chilometri me ne hanno dato la conferma (media 4'27"/Km). Ma cosa avrei dovuto fare? Appena ve n'è stata la possibilità, intorno al terzo chilometro cioè, ho preso a correre come mi sentivo. Fregandomene della salita pressoché costante, anche se decisamente abbordabile. Almeno fino a quel momento. Guardavo il Garmin ogni volta che faceva tri tri e la rilevazione, chilometro per chilometro, era sempre sotto i 4'10". Arrivati al decimo ho deciso di far di conto: 42'30" per i primi dieci vuol dire che se ci metto altrettanto per i restanti undici fa 1h29' circa. La discesa della seconda parte della gara dovrebbe aiutarmi.
Minchia, ce la posso fare.
Minchia, ce la faccio.
Un passaggio particolarmente ostico (tra i Km 10 e 11 la media/Km, da 4'05" quale era, è salita a 4'34") non mi scoraggia, so di avere un po' di margine. E poi la discesa.
Intorno al Km 12 mi affianca Alessandro e corriamo insieme i successivi 6 Km chiacchierandocela allegramente come se non ci fossero da risparmiare fiato ed energie mentali per quella che, anche per lui, si presentava come una giornata da ricordare. Al Km 18 Alessandro sale di ritmo, ma non gli sto dietro. Non ci provo neanche. Di più non avrei potuto fare e di più non aveva alcun significato, per me. Quel passo mi avrebbe permesso di arrivare comodamente sotto l'ora e trenta e, in effetti, passo sul tappeto all'ingresso della Reggia dopo 1h28'44". Potrei fermarmi e gioire per aver raggiunto un obiettivo davvero insperato fino a prima di prenderne consapevolezza, la domenica precedente, dopo aver corso 10 Km a 4'01"/Km, e sapendo di averne ben oltre i 10 Km, ma.
Ma l'avevo già scritto qui, sapevo che il percorso era leggermente più corto dei 21097 metri effettivi della distanza. Almeno, così era il percorso dell'anno precedente. Così è stato anche quest'anno. Volevo vedere quel tempo nel riepilogo delle distanze di Garmin Connect alla voce Mezza Maratona, non mi accontentavo di sapere che quei 300 metri in meno non avrebbero minimamente cambiato la sostanza. Anzi, a fare la tara di un percorso affatto pianeggiante e con superficie sfavorevole, quell'1h30' vale almeno 2 minuti meno. Garantito e confermato da più d'uno.
Be', taglio il traguardo guardando davanti a me, nella speranza di avere spazio a sufficienza per quei 300 metri. Inizialmente mi trovo di fronte un muro di già arrivati (una sessantina della 21 Km e le migliaia della 10 Km), mi faccio spazio cercando di non dare ascolto a chi mi si rivolgeva come ci si rivolge a un disagiato che non ha capito che la gara è finita e prendo a girare intorno alla fontana circolare posta davanti ai ristori. Fontana che zampilla a ritmo di musica. Ci giro intorno per non so quante volte, fino a che il dispositivo GPS non mi dice di aver percorso 21100 metri. Lo spengo, dice 1h30'02". Quei 2 secondi, ovviamente, non hanno nessun significato: ce l'ho fatta.
Minchia, ce l'ho fatta.
P.S. Moira mi dice di scendere, che è dal parrucchiere sotto il mio ufficio. Mi racconta della sua Lago Maggiore Marathon (30 Km) di ieri chiusa con un tempo che non ricordo, ma ottimo e del quale è entusiasta. Nonostante un dito rotto. Io le racconto di quello che hai appena letto e allora, se davvero hai le gambe che vanno così, allora vieni con me alla Mezza di Busto Arsizio, fra 3 settimane. E' piatta piatta, fai il tempo. Dai, vieni! [CONTINUA] (ma guarda a destra nel box degli appuntamenti)
E' stato bello, è stata una splendida giornata passata con lui, Martina e i loro tanti amici. Ma non è di questo che voglio parlare qui, anche perché c'ha già pensato Davide a creare altrove l'hashtag per farlo.
Ricorderò la 4a edizione de Una corsa da Re come la mia prima volta sotto l'ora e trenta minuti in una Mezza. Un traguardo che, chiedilo al Compagno Guido se non ci credi, solo poche settimane fa ritenevo pressoché impossibile. E che ancor di più sembrava esserlo dopo aver visto l'altimetria del percorso e scoperto che la superficie era 100% sterrato o quasi. In aggiunta, le pozzanghere figlie delle piogge dei giorni precedenti, una posizione in partenza per nulla favorevole (40 secondi tra lo sparo e il mio passaggio sulla linea di partenza) e la confluenza sul percorso, a un certo punto, del gruppone dei partecipanti alla 10 chilometri. Roba che per attraversare una cancellata è stato necessario camminare. I presupposti non c'erano già prima della partenza, quindi, e i primi due chilometri me ne hanno dato la conferma (media 4'27"/Km). Ma cosa avrei dovuto fare? Appena ve n'è stata la possibilità, intorno al terzo chilometro cioè, ho preso a correre come mi sentivo. Fregandomene della salita pressoché costante, anche se decisamente abbordabile. Almeno fino a quel momento. Guardavo il Garmin ogni volta che faceva tri tri e la rilevazione, chilometro per chilometro, era sempre sotto i 4'10". Arrivati al decimo ho deciso di far di conto: 42'30" per i primi dieci vuol dire che se ci metto altrettanto per i restanti undici fa 1h29' circa. La discesa della seconda parte della gara dovrebbe aiutarmi.
Minchia, ce la posso fare.
Minchia, ce la faccio.
Un passaggio particolarmente ostico (tra i Km 10 e 11 la media/Km, da 4'05" quale era, è salita a 4'34") non mi scoraggia, so di avere un po' di margine. E poi la discesa.
Intorno al Km 12 mi affianca Alessandro e corriamo insieme i successivi 6 Km chiacchierandocela allegramente come se non ci fossero da risparmiare fiato ed energie mentali per quella che, anche per lui, si presentava come una giornata da ricordare. Al Km 18 Alessandro sale di ritmo, ma non gli sto dietro. Non ci provo neanche. Di più non avrei potuto fare e di più non aveva alcun significato, per me. Quel passo mi avrebbe permesso di arrivare comodamente sotto l'ora e trenta e, in effetti, passo sul tappeto all'ingresso della Reggia dopo 1h28'44". Potrei fermarmi e gioire per aver raggiunto un obiettivo davvero insperato fino a prima di prenderne consapevolezza, la domenica precedente, dopo aver corso 10 Km a 4'01"/Km, e sapendo di averne ben oltre i 10 Km, ma.
Ma l'avevo già scritto qui, sapevo che il percorso era leggermente più corto dei 21097 metri effettivi della distanza. Almeno, così era il percorso dell'anno precedente. Così è stato anche quest'anno. Volevo vedere quel tempo nel riepilogo delle distanze di Garmin Connect alla voce Mezza Maratona, non mi accontentavo di sapere che quei 300 metri in meno non avrebbero minimamente cambiato la sostanza. Anzi, a fare la tara di un percorso affatto pianeggiante e con superficie sfavorevole, quell'1h30' vale almeno 2 minuti meno. Garantito e confermato da più d'uno.
Be', taglio il traguardo guardando davanti a me, nella speranza di avere spazio a sufficienza per quei 300 metri. Inizialmente mi trovo di fronte un muro di già arrivati (una sessantina della 21 Km e le migliaia della 10 Km), mi faccio spazio cercando di non dare ascolto a chi mi si rivolgeva come ci si rivolge a un disagiato che non ha capito che la gara è finita e prendo a girare intorno alla fontana circolare posta davanti ai ristori. Fontana che zampilla a ritmo di musica. Ci giro intorno per non so quante volte, fino a che il dispositivo GPS non mi dice di aver percorso 21100 metri. Lo spengo, dice 1h30'02". Quei 2 secondi, ovviamente, non hanno nessun significato: ce l'ho fatta.
Minchia, ce l'ho fatta.
P.S. Moira mi dice di scendere, che è dal parrucchiere sotto il mio ufficio. Mi racconta della sua Lago Maggiore Marathon (30 Km) di ieri chiusa con un tempo che non ricordo, ma ottimo e del quale è entusiasta. Nonostante un dito rotto. Io le racconto di quello che hai appena letto e allora, se davvero hai le gambe che vanno così, allora vieni con me alla Mezza di Busto Arsizio, fra 3 settimane. E' piatta piatta, fai il tempo. Dai, vieni! [CONTINUA] (ma guarda a destra nel box degli appuntamenti)
Post spettacolare, esperienza piacevolissima! Anzi, come dicono i gggiovani di Torino, "esperienza top". Fare il tuo tempo in una mezza del genere non è da tutti, fai tutte le mezze che ti capitano in questo periodo di ottima forma, non te la voglio buttare ma...puoi abbassare il tuo record in un amen! ;)
RispondiEliminaEh, a Busto Arsizio, alla fine, mi sono iscritto: vediamo come va a finire. Mi aspettano due settimane di #daicazzo davanti allo specchio. Poi mi prendo l'inverno per preparare ammodo la Maratona di Milano, con in sottofondo l'idea della Monza - Resegone insieme a te e i tuoi amici/compagni della Podistica. Mi piacerebbe davvero molto e mi piacerebbe farlo con voi.
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