E quando non ti rimane che ripetere a mo’ di mantra che lo scarico farà il resto e che ora devi solo pensare a preservare le gambe e la schiena, puntuale arriva il precetto per l’ultima prova del Trofeo Monga. Il presidente vuole (ovviamente, giustamente, ecceteramente) vincere, dobbiamo mettere in campo tutte le risorse possibili. Comprese le mie. E io, io che una campestre non l’ho mai corsa perché l’unica volta che ho provato a correre sull’erba per preservare il tendine d’Achille mi sono ritrovato con la bandelletta ileo tibiale destra in fiamme, io che ogni volta che corro quei quindici metri di single track in discesa che dal Viale Forlanini mi riportano dentro il parco ho paura di girarmi la caviglia, io che non ho scarpe adatte a correre una campestre e che non è che me le vado a comprare per magari usarle una sola volta, io che volevo farmi un fontanella-fontanella tranquillo, domenica, giusto per tenere i muscoli sciolti, io, domenica, a Castiglione d’Adda, ho corso la mia prima campestre. Che l’idea di correre una campestre mi piaceva anche, dal momento che la campestre era la specialità di mio padre, ma l’esperimento avrei voluto farlo un giorno diverso dalla domenica prima di correre la Mezza (di Fontanellato) per la quale mi sono preparato per tutto l’inverno.
Alla fine è andato tutto per il meglio: il fondo non era fangoso e nemmeno particolarmente pesante, le scarpe e la schiena hanno tenuto alla perfezione. E abbiamo pure vinto il Trofeo (maschile). Io ho finito nella metà di sinistra della classifica, di più non potevo chiedere.
Mercoledì sgambo per l’ultima volta, l’obiettivo per domenica è finire con un tempo medio di 4’10/Km, che dovrebbe farmi chiudere intorno all’1h28’. Questo è ciò che realmente vorrei. Saprei accontentarmi anche di stare sotto il mio personale di 1h29’13" e, per come sto atleticamente, già quello potrebbe essere un ottimo risultato. Ma non parto per accontentarmi. No. Voglio correre a tutta fin sopra il tappeto. Perché, come diceva Ivan prima che quel muro venisse tirato giù, è quando ce la fai d'un soffio che ti manca il respiro.
Nessun commento:
Posta un commento