Dopo i pessimi 24 km di venerdì e dopo la decina claudicante, sabato, a spasso per Lodi, mi sono quasi sorpreso di avere voglia e forza di uscire anche domenica. La settimana prima avevo scelto il riposo per preservare il sogno. Oggi ho capito che di spazio per arrivare a Reggio Emilia in una condizione decente non ce n'è davvero più senza la giusta continuità. Devo per forza prendermi un rischio. Ascoltare un po' meno le ragioni del corpo e molto più quelle del cuore. Anche perché non m'interessa la medaglia. Voglio il tempo. Con queste gambe, ho seri dubbi di riuscire a fare meglio del mio attuale personale. Figuriamoci limare dieci minuti.
Oggi, quindi, dopo i soliti km di riscaldamento, ho cercato di stare costante a un ritmo di una dozzina di secondi superiore a quello dell'ipotetico ritmo gara. Ne è uscita una sgambata con pochi dolori. Ma ancora troppi pensieri.
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