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15a Stramoncucco

Il cartellino (ma quel vecchietto lì
è davvero un bagarino?)
Ma no che non è vero che il buongiorno si vede dal mattino. Ché tra il catarro a soffocarmi i bronchi già (e ancora) da prima di Natale, il ghiaccio aggrappato con ostinazione al parabrezza dell'auto, la scelta infelice di passare per Melegnano invece che Rozzano, la nebbia sulla Binasca e la tristezza di una partenza triste proprio come mostra la triste foto più in basso, se fosse stato per tutto questo, la 15a Stramoncucco sarebbe stata una manifestazione da consegnare all'oblio. Ma nonostante la mia presenza solitaria s'aggiungesse a una serie di premesse che dire infauste è poco, in questo contesto, che un altro blogger-podista ha descritto, e miglior modo non poteva trovare, con l'aggettivo lunare, in questo scenario si è materializzata una breve sequenza di fotogrammi che avrebbero meritato di rimanere impressi in un video più che nell'approssimazione di un racconto. Ma gli occhiali tattici, che se sarà 32o Giro delle Cascine prometto che porterò con me, sono rimasti al loro posto e mi devo dunque accontentare dell'unica risorsa disponibile, le parole cioè.

Il "nastro di partenza"
Ero solo, l'ho già detto, e correre da solo è una cosa alla quale non sono abituato. A metà circa del percorso ho lentamente raggiunto un podista dalla giacchetta azzurro Fiat 127 che aveva pressapoco il mio stesso passo e ho deciso di correre con lui: l'ho seguito a due/tre passi di distanza per qualche chilometro e, percepito un suo momento di difficoltà, ho scelto di dargli il cambio (alla fine, siamo arrivati insieme). Ecco, durante quella mezzora circa passata silenziosamente (e tacitamente) insieme tra campi ghiacciati e cavalcavia della Milano-Genova, la sequenza: terrapieno alto un paio di metri sulla sinistra, noi due a correre nel mezzo della scena e, a destra, il sole ancora basso. La combinazione di questi elementi ha portato a imprimere sull'erba del terrapieno l'immagine in movimento di due ombre a inseguirsi e, se è vero che raccontato così può sembrare nulla, ai miei occhi quei cento/duecento metri sono stati uno spettacolo degno di un ricordo. Un gran bel ricordo.

Il tracciato
Quanto alla gara, dopo tre settimane di stop e una condizione fisica ai limite dell'improponibile, i 58'42" finali sono un tempo che mi soddisfa. Anche stavolta, ahimè, niente focaccia insieme al té del ristoro finale. Ma il paio di bottiglie di vino a riconoscimento della manifestazione mi fa per una volta dimenticare del complotto ordito nei confronti di chi, come me e Guido, di latte e derivati deve farne obbligatoriamente a meno (il cluster di yogurt alla banana è un di più e a caval donato non si guarda in bocca).

I riconoscimenti
Ci rivediamo, probabilmente più numerosi, domenica prossima: in occasione della 31a edizione della Stradesio, al nucleo storico dei Podisti Anonimi dovrebbero aggiungersi Fabri Coach e Aldo Atomik Flea. E chissà mai che Max non voglia farci una gradita sorpresa.

A proposito di... correre con gusto

Leggo dai vostri post che il giorno della Befana avete l'intenzione di venire a correre a Desio e quindi, a proposito di "correre con gusto", mi permetto di darvi un consiglio. Visto che avete deciso di fare la trasferta in Brianza, il mio parere è quello di conoscere questi posti partendo dal lato più bello. Desio è una corsa molto ben organizzata dal gruppo "Marciatori di Desio" e con servizi che in atre località non si trovano, quali docce - spogliatoi - massaggi, ma il percorso è assolutamente anonimo e privo di interesse di alcun tipo. D'altronde non può essere diversamente, la città non offre nulla di più e quindi non è possibile ricavare un giro più interessante. Nessun dislivello, niente dal punto di vista paesaggistico e molto cemento.
Più interessante invece è la tapasciata della settimana successiva (domenica 13/1), il "32° Giro delle Cascine" di Monticello Brianza. Un percorso impegnativo con saliscendi sulle strade, colline e sentieri della zona di Monticello, Besana Brianza e Missaglia. Finalmente l'cchio può divertirsi tanto quanto le gambe che invece avranno da fare per ammortizzare i dislivelli continui dei vari sentieri.
Correre in Brianza è bello se si va verso l'alta parte della stessa e quindi più verso nord possibile.
Io personalmente credo di non fare nè l'una nè l'altra in quanto dopo il triathlon e l'inizio del freddo mi sono fermato completamente da quasi 2 mesi e quindi al momento non sarei in grado di correre ad un livello divertente. Soprattutto la gara di Monticello ha bisogno di gamba allenata in quanto i diversi cambi di ritmo e i continui saliscendi a lungo andare ti stroncano, soprattutto in questo periodo dove i terreni sono appesantiti dalla pioggia e dalla neve.
Spero comunque che vi divertiate a scoprire la bellezza del paesaggio brianzolo e aspetto un Vostro post di commento per confrontare le esperienze.
AUGURI A TUTTI e buona corsa!!

Auguri anonimi

Se il widget meteo non mente, domenica riprendono le attività: non è ancora chiaro se parteciperemo a qualche manifestazione (qui?) oppure se ci accontenteremo dei nostri soliti 10 chilometri intorno al Forlanini, certo è che, finalmente, si torna a correre. Per poi (forse) chiudere l'anno a Vernate, il 30 dicembre, con la Stramoncucco.

Se non ci saranno altre occasioni, il nostro augurio per un 2013 migliore: più veloce, più sereno, Zen quanto basta. Al più tardi, ci rivediamo il 6 gennaio a Desio.

39a In gir ala cava

Sottotitolo: Carengione here we come (to Peschiera through the Boscan). 

Il tracciato completo
Protagonisti: il Lofa, Guido (leggermente defilato a fare un po' di stretching) e l'indistinta figura di un uomo tra i trenta e i quaranta, un metro e ottanta circa di altezza, alettone scolpito in testa dal gel e foularino con oscena fantasia azzurra e bianca al collo (clicca qui per definire meglio i contorni dell'etereo figuro).




Etereo figuro: muahahahah, a te sembra correre, questo?
Lofa: 'zzo vuoi, ancora?! Non ti è bastata l'umiliazione di qualche settimana fa?
Etereo figuro: ma non avevi mica scritto che l'eventualità di fare 60'01" non poteva neanche essere presa in considerazione? Non l'hai mica scritto tu, qui?
Lofa: e allora?
Etereo figuro: e allora guarda il tuo marchingegno quanto segna.
Lofa: il mio, innanzitutto, non è un marchingegno ma un telefono con Gps integrato che vale mille volte l'aifon passion for fashion che a un demente come te non può certo mancare. E segna 60'08".
Etereo figuro: quindi direi che la tua prestazione è al di sopra del tempo che avevi scommesso di fare.
Lofa: 'scolta, è vero che io ho scritto su per giù che 60'01" sarebbe stato da considerarsi un fallimento, non lo nego e tanto meno me lo rimangio. Ma partivo dall'ovvio presupposto, ovvio per chi usa la testa non solo per regalare una ragion d'essere al proprio pettine, che il percorso fosse esattamente di 12000 metri. E visto che così non è, già che qui, leggilo coi tuoi occhi se ne sei capace, c'è scritto 12460, la scommessa, che poi non è una scommessa perché io non ho scommesso niente e con nessuno, al limite ho fatto un po' lo spaccone e ci sta, dato che a noi Podisti Anonimi piace non prenderci troppo sul serio, qualsiasi cosa essa fosse, comunque, è evidente come i numeri parlino chiaro: tempo medio per chilometro = 4'49", moltiplicalo per 12 e viene fuori poco meno di 58'. E' la matematica, 'gnurant. 
Etereo figuromuahahahah, ti stai proprio arrampicando sui vetri.
Il tempo al dodicesimo chilometro
Lofa: guarda, so bene che a litigare con un idiota si scende al suo livello e si viene battuti dalla sua esperienza, ma a volte ci prendo gusto a umiliare i buffoni come te. E' più forte di me, non c'è niente da fare. Guarda cosa succede se posiziono il puntatore esattamente alla fine dell'undicesimo chilometro. Guarda un po', dai. Li leggi quei numeri lì?
Etereo figuro: 57'56".
Lofa: Esatto, 57'56". Il che sta a significare che se il percorso fosse stato di 12000 metri esatti, il tempo sarebbe stato di ben 2'04" inferiore ai 60'. Con questo direi che la tua dose di merda te la sei presa pure oggi. E siamo due su due.
Etereo figuro: vogliamo allora parlare dello scostamento tra il tuo marchingegno Gps e il pedometro del tuo socio?

Il Lofa e Guido al traguardo
Lofa: Parliamone. Guido, quanti chilometri abbiamo percorso per il tuo pedometro?
Guido: 12110 metri.
Etereo figuromuahahahah, vediamo se sei così veloce a far di conto, ora...
Guido: bello, non ci vuole più di un attimo a realizzare che manco Usain Bolt potrebbe fare 110 metri in 8 secondi. 
Etereo figuro: ma... ma...
Guido: Lofa, molla 'sto fenomeno da baraccone. Facciamoci fare una foto, piuttosto, ché poi c'ho voglia di té e focaccia.

La competizione
Lo scenario siberiano
Il fascino della competizione, irresistibile a prescindere dal dove/come/quando, è amplificato dall'insolito  scenario siberiano: a percorrere la Boscana dentro la Matiz di Guido mi sembrava di essere dentro una di quelle sfere che esattamente non so come si chiamino, quelle che, per rendere l'idea, se le agiti sembra che ci stia nevicando dentro. Ecco.
Il cartellino
Alla partenza, i tanti ma chi te lo fa fare che ci hanno rivolto gli amici fino alla sera prima e che io e Guido ci siamo detti e ridetti per quei pochi chilometri che separano il Viale da Peschiera Borromeo, tutte quelle parole e le annesse paure si sono trasformate in puro entusiasmo e, nonostante una serie di recenti vicissitudini ci abbia un po' condizionato, siamo arrivati al traguardo contenti della nostra prestazione e affascinati da quei cinquecento metri circa di Oasi del Carengione che, con la neve, si presenta come ben più di un qualsiasi boschetto. Se proprio proprio dobbiamo cercare il pelo nell'uovo, diciamo che la delusione è stata grande quando, al ristoro finale, dopo aver setacciato a uno a uno i tavoli rasi di cibo, con grande amarezza abbiamo realizzato che della focaccia non c'era manco l'ombra. Molto male.
I riconoscimenti
Sui riconoscimenti, infine: io e Guido siamo consapevoli del complotto ordito nei nostri confronti, ma non per questo ci arrendiamo: i formaggi, che entrambi non possiamo mangiare per motivi di diversa natura, ce li prendiamo lo stesso. Ché quei due Euro li valgono eccome e che esponiamo nel nostro frigo, sebbene per la breve fugacità della data di scadenza, come se fossero una medaglia.



Dichiarare il colpo

Guido: Allora, domani cosa facciamo?
(la domanda "allora, domani cosa facciamo?" sottintende che ieri ha nevicato quindi il percorso sarà una lastra di ghiaccio e che la temperatura prevista alla partenza è meno 2 gradi centigradi).
Lofa: domani facciamo il record.
(la risposta "domani facciamo il record" sottintende che avendo nelle gambe 4'50"/Km, il tempo che contiamo di fare deve essere inferiore oppure compreso tra i 58' e i 60'. L'eventualità di fare 60'01", visto il freddo che prenderemo in luogo di un risveglio senza sveglia, non può neanche essere presa in considerazione.)


P.S. un sacchetto, sebbene sia il sacchetto celebrativo della tournée 2007 del Dalai Lama (e alla quale lo scrivente ha sì partecipato, ma senza evidentemente coglierne la sostanza) non può trasformare un Podista Anonimo in un Podista Zen. 

Corri con gusto

Ciao, questo è il mio primo post. Sono Massimo ho 49 anni e corro ormai da più di 10 anni. Dopo aver provato di tutto in questi 10 anni abbondanti (10 Km  - mezze maratone - maratone - ultra maratone - corse in montagana - triathlon) ho maturato una convinzione. Se vuoi divertirti davvero, abbandona il cronometro, le tabelle, le medie, l'ipod e tutto quello che può oscurare la vera bellezza della corsa. So che è coinvolgente dimostrare a se stesso e agli altri che ci si migliora, ma se riesci a fare un passo oltre scoprirai il vero fascino della corsa. Io ultimamente seleziono i percorsi per la loro bellezza geografica (spesso corro in Brianza alla scoperta di paesini e boschi di rara bellezza) e mi guardo intorno, ascolto i rumori, sento gli odori e soprattutto ascolto il mio corpo. Una delle sensazioni più belle è correre nel bosco senza le cuffiette e sentire il rumore dei tuoi passi che schiacciano le foglie o i piccoli pezzi di albero e magari sentire gli uccellini e altri animali che fanno compagnia al tuo respiro. Poi magari alla fine ti sei accorto che hai corso a 5 o 6 o 7 minuti al Km, ma che questo dato è la cosa più insignificante. Ricorderai le cose belle che hai visto e quelle che hai assaporato con i sensi e non vedrai l'ora di scoprire altre sensazioni simili la settimana successiva. Rileggendomi non vorrei sembrare il "guru" che dispensa consigli, ma semplicemente uno come voi che dopo anni di corse ha deciso di godersi solo il bello, il succo, l'essenza!
Magari in qualche post successivo vi consiglio qualche bella tapasciata in zona Brianza (per chi è comodo) che mi ha regalato le sensazioni che spero di avervi trasmesso sopra. A presto!!

Musica per quando corro da solo Volume 1

Musica per quando corro da solo Volume 1 è una selezione di brani estratti da quattro compilation in free download trovate quiquiqui e qui.
Dati i caratteri di gratuità e pubblicità delle stesse, questo blog non ritiene di ledere in alcun modo la proprietà intellettuale degli artisti o delle case discografiche proprietarie dei relativi diritti d'autore. Nel caso in cui l'inclusione di uno o più brani a questa selezione non risultasse cosa gradita a chi ha argomenti e titoli per opporsi alla loro pubblicazione, sarà sufficiente renderlo noto inserendo un commento (circostanziato ed educato, per cortesia) a questo post. I contenuti verranno prontamente rimossi.

Pippottone (necessario) a parte, clicca sulla copertina e scarica lo zip con i 16 pezzi: ti faranno compagnia per una dozzina di chilometri corsi a 5 o poco più. Poi, dopo la doccia, se ti va e se ne hai le forze, lascia un commento.

Sognando Filippide

... E, secondo la leggenda, Filippide - o Fidippide, altre fonti indicano Eucle - araldo ateniese, fu inviato ad annunciare la vittoria percorrendo di corsa la distanza fra Maratona ad Atene; arrivato a destinazione, disse solo due parole "χαίρετε, νικῷμεν" ("siate felici, abbiamo vinto!") o, più semplicemente, "Νενικήκαμεν!" ("siamo vincitori") per poi cader morto, stremato dalla fatica. Questa leggenda fu la base per la moderna maratona. (fonte)

E così un giorno prenderemo un aereo per Atene e poi un pullman ci accompagnerà a Maratona. Porteremo con noi una stampa del percorso, delle miscele di carboidrati ad assimilazione modulata e della carta igienica. Pedometri, Gps e derivati non serviranno più, a noi podisti Zen senza scopo e senza intenzione. Correremo per ore in direzione Atene, non importa quante, cagheremo a spruzzo tra le macchine in sosta, ci sorreggeremo vicendevolmente nei momenti di difficoltà. E dopo 42195 metri diremo che siamo vincitori. Come Filippide, Fidippine o Eucle.
Siamo vincitori.

Nel frattempo, un frattempo che ci metterà un annetto almeno a passare, io e Guido abbiamo superato la soglia psicologica dei 15 chilometri: un po' la paura della novità (specie per il sottoscritto dopo il botto di martedì), un po' che le gambe non sono abituate alle 3 sessioni settimanali, un po' che faceva un freddo che se una volta mettevamo la mascherina di plastica davanti al radiatore della macchina, in inverno, ci sarà pur stato un motivo, no?, per queste e altre ragioni ce la siamo presa con la giusta calma. Siamo stati leggermente sopra i 5 minuti al chilometro, cosa che non ci rende proprio entusiasti. Ma se il Coach è soddisfatto, allora lo dobbiamo essere pure noi.

Ce lo vuoi fare pure tu un pensierino per Atene? Nell'attesa di trovare la risposta, portati avanti. Inizia a correre.


Il chilometro di Guido

Ci sono cose che con soli 150 chilometri nelle gambe non puoi spiegarti: sai di dover fare i conti con l'entusiasmo che ti acceca, con la voglia di tornare a casa e dire che oggi sono andato più di ieri, con la poca abitudine a misurare i risultati di un'attività che non è una partita in cui vinci o perdi; ma sai anche, quando scegli di prendere un po' più seriamente quello che stai facendo, che la strada ti aiuterà a riconoscere i segnali del tuo corpo e che un giorno non ci sarà più bisogno di pedometri, Gps o derivati per godere delle tue soddisfazioni. Il Nirvana del podista Zen esiste ed è sulla stessa terra che calpestiamo quotidianamente con le nostre scarpe intermedie dall'ottimo potere ammortizzante.
Una cosa che difficilmente riusciremo a capire è il perché, a circa metà dei nostri soliti 10 Km, il perché Guido, subito dopo l'ingresso del Saini, si metta a correre come se cercasse di fuggire da un'onda anomala alzatasi all'improvviso dal laghetto del Forlanini. A Guido scatta qualcosa, non è chiaro cosa, e cambia passo.
Non è più un mistero, ormai, che quando torno a casa e guardo il dettaglio delle medie per chilometro, il sesto, il chilometro di Guido, è sempre quello migliore. E 58 secondi in meno su un chilometro in 3 settimane sono tanti.
Senza saperne il perché, poi, sembrano ancora di più.

Merchandising: i primi oggetti

La tua maglietta bianca in Lycra con le cuciture nascoste è troppo bianca?
La tua borsa scura ha bisogno di un tono di colore per non perdersi nel tuo giubbotto nero?
Mettere in bella mostra i baffi, le strisce o i loghi del tuo abbigliamento tecnico non è un motivo di vanto, per te, che hai sposato la filosofia NO LOGO di Naomi Klein?
Per questi e tanti altri motivi, vai alla sezione MERCHANDISING: sono arrivate le SPILLE! 

Rettifica

Più di passione e dipendenza, potè l'influenza: il tag Tra campi e rogge nel parco Molgora fa il paio con abbandono, almeno per questa edizione. 
Nessun rappresentante di Podisti Anonimi sarà presente alla manifestazione.

Un nuovo stadio della dipendenza

Sono andato da Decathlon a prendere il giubbottino per quando piove. 14.95 Euro, prezzo onesto. 
Rosso. 
Mi piace.
Ho preso anche il tric e trac da mettere sul bicipite per il telefono, che prima infilavo dentro un antiscippo inaccessibile mentre corro (immagina: tira su la maglietta, trova la cerniera, apri la cerniera, tira fuori il telefono, sbloccalo, guarda il display, bloccalo, infilalo di nuovo nell'antiscippo, chiudi la cerniera - quanti secondi perdo?).
Il tric e trac da mettere sull'avambraccio mi permette di agire sullo schermo del telefono. Lo posso sbloccare. Posso vedere i tempi di percorrenza in tempo reale senza aspettare l'arrivo. Posso capire se sto andando quanto voglio, posso accelerare se sto andando piano. Rallentare non rallenterò mai, figurati.
E' la fine.

21° Tra campi e rogge nel parco Molgora

Domenica 11 novembre 2012, una delegazione di Podisti Anonimi (al momento composta da Guido e il Lofa) sarà presente alla manifestazione sulla distanza dei 12 Km. Che, previo consenso delle gambe, potrebbero, per la prima volta, diventare 18.

Obiettivo: la bottiglia di vino e, se possibile, abbattere la barriera dei 5 minuti medi al chilometro.

26° Giro dei Fontanili

Una notte insonne. Come capita di frequente, negli ultimi anni, quando so di non potermene permettere che poche, delle note della radiosveglia, prima di infilare i piedi nelle pantofole e decretare l'inizio di un nuovo giorno. Al timore di aver fatto una colazione non adatta a uno sforzo al quale non sono abituato si aggiunge il primo vero freddo di questo autunno travestito da inverno: dieci gradi in meno tra tramonto e alba sono uno schiaffo in faccia che sapevo sarebbe arrivato, ma che non per questo riesco a evitare dopo essermi liberato di tuta e giubbotto.
Mi accorgo che ogni minuto dell'ora di attesa che ci separa dallo sparo dello starter fa lentamente lievitare una tensione che pensavo non avrei avvertito: immaginavo che correre fosse correre a prescindere dal dove e dal con chi. Una tensione che nell'inconscio si nutre di pulmini sponsorizzati, gruppi di podisti vestiti di tutto punto, gente che parla di tempi medi su distanze a due cifre che non sarei in grado di avvicinare nemmeno sul singolo chilometro. Mi sento di non aver diritto di cittadinanza, lì, in mezzo ad atleti che si possono davvero considerare tali. Ho scambiato una gara podistica con oltre un migliaio di partecipanti per la Maggiolata delle scuole elementari. Faccio sempre le cose troppo semplici, io.

E' la mia prima gara, infondo, da che i presupposti per continuare col pallone sono venuti meno. Un minimo di tensione penso ci stia. Una prima gara che, ne sono più che cosciente, ho preparato male. Anzi, che so di non aver preparato affatto: due uscite da dieci chilometri nell'arco di una settimana non possono farmi dimenticare dei tre mesi di pressoché totale inattività.

Spero di poter dare un senso alle parole spese con Guido sul non partire sparati e sull'unica vera ragione che ci ha mossi fino al Centro Sportivo di Vignate: divertirci, cioè, e arrivare al traguardo senza far rivivere nei presenti il ricordo di Dorando Pietri. Ma la gara parte e già al primo chilometro ci accorgiamo di andare troppo veloci rispetto alle nostre abitudini, se di abitudini si può parlare solo dopo un paio di uscite insieme. Rallentiamo, non abbastanza, però, per sentire di aver trovato il nostro solito passo. Dal terzo chilometro in poi ci sentiamo un ostacolo lungo il binario unico di un percorso che non immaginavamo campestre in modo così strettamente letterale, fino al sesto viviamo una sofferenza che non ci saremmo aspettati. Nel momento in cui per ritrovare la nostra autostima saremmo dovuti scendere giù fino a toccare il fondo della Fossa delle Marianne, in quel momento, puntuale, avverto una frase che suona tipo a te sembra correre, questo? Era la vocina, quella della metà infame, quella capace solo di denigrare, di ridere di te? Era lei, banale nel presentarsi nel frangente più scontato, quello in cui non hai forze per opporre resistenza? Oppure quel pettinato con foularino bianco e azzurro che, nel sorpassarci, si stava rivolgendo alla persona affianco? Mi volto, Guido non mi dà l'impressione di aver colto. Forse non c'era nulla da cogliere.
Proseguiamo con un passo apparentemente costante fino al ristoro del decimo chilometro, dopodiché, senza l'esperienza per capirne il perché, prendiamo a correre a velocità che sentivamo appartenerci e che non si potevano dire tali per i concorrenti che sfilavamo con la stessa surplace che prima ci umiliava. Intorno all'undicesimo mi sembra di vedere l'uomo dal capello scolpito a circa un centinaio di metri da noi. E' davvero lui o la rappresentazione della rivincita che ci stiamo prendendo verso noi stessi? E' un umano in carne e ossa o una figura retorica? Incurante della risposta, lo sorpassiamo in scioltezza e, rivolgendomi a Guido, che nel frattempo avevo preparato al siparietto, gli rendo la pariglia. "Guido, ma a te questo sembra correre?": un sorriso da parte del mio compagno e un arrivederci al traguardo a te, scoppiato di un trash talker. Sempre che al traguardo riusciate ad arrivarci.

L'esperienza che ancora non abbiamo ci ha portato a sottovalutare, in corso d'opera, la bontà di quello che stavamo facendo: abbiamo chiuso i 12.700 metri di un percorso davvero pesante in un'ora e otto minuti. Un buon tempo, che ci soddisfa e che, probabilmente, è addirittura al di sopra di qualsiasi lecita aspettativa per chi, come noi, si è improvvisato podista solo negli ultimi mesi. Al netto del fango (oltre il 50% della gara era uno sterrato farcito di pozzanghere), dei sentieri tra i rovi e dei tratti spesi a correre su superfici da vero Cross Country, penso saremmo riusciti a limare addirittura qualcosa.

Il contributo di questo post: se t'imbatti in un uomo tra i trenta e i quaranta, un metro e ottanta circa di altezza, alettone scolpito in testa dal gel e foularino con oscena fantasia azzurra e bianca al collo, ecco, è arrivato il momento di dare il meglio di te. A prescindere dalle indicazioni del tuo pedometro, cardiofrequenzimetro, Gps o derivati.

Data: 28 ottobre 2012
Località: Vignate
Superficie: Mista (sterrato appesantito dalle piogge dei giorni precedenti/asfalto)
Podisti anonimi riconoscibili: Lofa e Guido