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Una bella foto venuta molto male

Disclaimer (ma anche un po' spoiler): Il post che stai per leggere può in qualche modo ricordare quei racconti sapientemente edulcorati in cui l’amicizia si intreccia con lo sport per giungere a un lieto fine sul quale scommettere e dire te l'avevo detto io. Di film così ne avrai visti a mazzi. 
Be’, sappi che una roba del genere sarebbe troppo sofisticata per dei scemi, per dirla con Fernando Alonso (clic), come noi: perché questa, per chi l’ha vissuta, è una bella storia punto, la cui genuinità è scandita dai post che si sono susseguiti dal giorno in cui questo blog ha iniziato a essere la memoria delle nostre corse. E questo post in particolare, questo potrebbe essere il post con cui chiudere il mio personale cerchio. Il gran finale da ma cosa fai, piangi?
Ma non lo sarà. Innanzitutto perché il marketing delle emozioni mi/ci (spero ti) disgusta e, non meno importante, perché di strada da correre ce n’è ancora tanta (hai visto bene, è una strizzatina quella che mi son data).

Tutto ha inizio nell’ottobre 2012: centrali difensivi di una squadra di calcio a 7 che tra articolazioni spanate e tendini rotti non aveva più ragione d’essere, io e Guido decidiamo di rifuggire i cuscini del divano dandoci alla corsa. Il Coach è il nostro ispiratore, il Mauri il nostro primo tifoso e le nostre mogli delle fedeli ristoratrici. Passando da una tapasciata all’altra, io e Guido ci diamo un anno di tempo per diventare maratoneti, ma giusto a metà del percorso corriamo la nostra ultima gara insieme: Guido deve abbandonare per dei gravi problemi alla schiena, non prima però di avermi proposto il 24 novembre 2013 come il giorno in cui evolvere, entrambi, da tapascioni qualsiasi a Maratoneti.

Guido sceglie la Maratona di Firenze. E, dimmi te se potevo dire di no, proprio nel giorno, tra l’altro, in cui mio nonno, dal quale ho preso il nome oltre che il DNA del podista, avrebbe compiuto 100 anni.


Il 24 novembre 2013 arriva, la Maratona d’esordio non va esattamente come sognavo e a caldo ne sono ignorantemente deluso. All’arrivo in stazione a Rogoredo, però, la prima grande sorpresa: il Mauri, la Tere, il Coach, Guido e Lapaola si fanno trovare all’uscita dal binario con una bottiglia. Inutile dire che l’emozione è stata grande. Ma c’è di più. Do seguito a un proposito a cui pensavo da tempo, regalo a Guido la medaglia. La regalo alla persona alla quale, più di ogni altra, devo la mia passione per la corsa. Un amico che ha provato in ogni modo a essere lì con me, ma che ha dovuto piegarsi alla legge dell’età.

Continuo a consumare scarpe in solitudine, incrociando solo casualmente e per brevi tratti quello che diventerà uno dei contributor più letti del blog, il Massi. Il Massi ha iniziato da poco con la corsa, ancora non sa che un giorno correrà una Mezza. E, ovviamente, non sa che quel giorno sarà il 1 Marzo 2015. Non sa che quella corsa sarà la Roma – Ostia.
Be’, quel giorno arriva anche per lui e, a differenza del sottoscritto, lui al traguardo ci arriva contento. Ci si scrive, insieme agli altri amici che sono ora parte del gruppo dei Podisti Anonimi, si ride e ci si emoziona pure nonostante lui sia distante. Al suo ritorno, un messaggino discretamente subdolo mi invita alla fontanella per le 21:15. E dopo i baci e gli abbracci, oltre che il libro di cui si parla nel suo post pre-gara, il Massi mi regala la medaglia. Come io avevo fatto con Guido. 


Il cerchio si chiude. Arrivano i titoli di coda.
Auguro a Massi che un giorno ci sia un’altra bella foto venuta molto male. E che la medaglia l’abbia al collo lui.


E' una bella cosa.

Buona la prima!

Comincio dalla fine: ho tagliato il traguardo! Felice, soddisfatto, emozionato!
Adesso riavvolgo il nastro e cerco di raccontarla, di riviverla, di ri(per)correrla...
Sabato: recupero borsa, maglia (fighissima, dell'Adidas) e pettorale (l'ormai mitico, anche se solo per me, 7276) da Andrea (è il destino che mi manda un “Andrea” per la mia corsa più importante), il marito di una collega romana. 
Naturalmente ci incontriamo al Colosseo con le famiglie. Anche loro hanno 2 bimbe e in meno di due secondi le piccole romane e le piccole milanesi sembrano conoscersi da una vita e io e Andrea pure, perché anche i runner sono bambini! E' il bello della corsa come dice Mark Rowlands (eccolo!!!): facciamo talmente tante cose in funzione di qualcos'altro che ci siamo dimenticati di quanto sia bello farle per il piacere di farle. E' l'essenza del gioco: compiere un'attività con i mezzi meno idonei, per il solo gusto di compiere proprio quell'attività. In effetti... chi farebbe a piedi, di corsa, i 21 km che vanno dall'EUR a Ostia Lido, ben sapendo che con la macchina o col treno ci si metterebbe molto meno e con molta molta molta meno fatica? Eppure... Eccoci qua io e Andrea che giochiamo e passiamo due ore a parlare di tempi, medie, minuti al chilometro, scarpe, abbigliamento tecnico, alimentazione pre gara (“Oh mi raccomando, stasera solo carboidrati!”), tattiche (“Domani seguiamo il pacemaker dei 6 minuti, magari quello dei 5 e 45, vediamo come stiamo, poi al limite acceleriamo”). Le nostre mogli ci guardano, con quel misto di amore, divertimento, pena e rassegnazione, ma del resto... hanno voluto sposare degli atleti? Ci lasciamo con l'appuntamento all'indomani alle 8.

Domenica: ovviamente notte agitata, interrotta da sogni premonitori e cattivi presagi... Sveglia puntata alle 6.40, ma dalle 6 l'occhio è pallato e allora alle 6,30 inizio la preparazione: colazione con due crostatine portate da casa, tanta acqua e vestizione del guerriero! Mi vesto con gesti lenti, misurati, ogni indumento viene soppesato, tastato, indossato con meticolosità, come una seconda pelle.
Esco, la metro è sotto casa, sono in largo anticipo ma non si sa mai. Arriva il treno ed è già pieno di runner! Ci riconosciamo per l'abbigliamento e per le borse multicolori (quelle che consegneremo ai camion alla partenza e che ritroveremo all'arrivo, che organizzazione spettacolare!!!), ci salutiamo, ci sorridiamo con quel senso di appartenenza che solo un runner può capire. Siamo noi, stiamo andando alla partenza , stiamo per compiere la nostra impresa!
Arrivo all'EUR molto prima dell'appuntamento delle 8, seguo la fiumana di gente e arrivo alla partenza. E' già pieno, ma il grosso deve ancora arrivare. Meglio così! Davanti ai bagni chimici non c'è ancora quella fila che ci sarà tra poco e posso permettermi di “scaricare la tensione” ben prima del famigerato “Ottavo del Cinghio”.
Arriva Andrea, foto di rito e ci scaldiamo.


Alle 8,30, esattamente un'ora prima della partenza mi prendo i miei 2 “Enervitene gel pre sport” e senza accorgercene arrivano le 9,30! Ci incanaliamo nella ressa e pian piano attraversiamo la linea di partenza. Runkeeper non mi tradisce e parte perfetto! E' l'inizio della mia prima mezza maratona, mi batte il cuore e ancora non ho iniziato a correre! Davanti a noi migliaia di teste, colori, maglie, scarpe, pettorali: un fiume in piena diretto verso il mare (quando sei runner ti vengono certe metafore...)! Tra tutte queste teste, però, non si vedono i pacemaker... Saranno più avanti? Saranno più indietro? E chi lo sa... fatto sta che io e Andrea ci guardiamo e all'unisono ci diciamo che partiamo a 6, facciamo i primi 10 così e poi vediamo... Avremo modo di testarci a vicenda.

I primi 3 sono lenti, un po' per nostra scelta un po' perché siamo davvero tantissimi e anche volendo (ma noi vogliamo?) non si riuscirebbe a passare. Io e Andrea ci guardiamo, “Come va?” è la domanda ricorrente, “Benissimo” è la risposta scontata. Andrea ha anche modo di farmi da Cicerone e mi racconta un po' dell'EUR, bello, decisamente residenziale, ricco... Poi svolta a sinistra e inizia la prima delle due salite di cui ho letto sul sito! Un po' le temo, ho davanti un sacco di chilometri e penso che le gambe ne possano risentire... Ma la prima non è una salita, è più o meno come il ponte viola del Forlanini, niente di impressionante, la scavalliamo senza sforzo apparente, alla nostra media attorno ai 6. Fa caldo, c'è un bel sole primaverile e la termica che ho sotto la maglietta è di troppo. Mi spoglio, la tolgo e andrò solo con l'Adidas fino alla fine.
 “Come va?””Benissimo” “Così fino al decimo poi vediamo!”. Imbocchiamo la Cristoforo Colombo, la via lunga e dritta che ci porterà fino al ventunesimo! E' grandissima, coi pini marittimi ai lati, la classica via per il mare! E il mare ci aspetta! Ad ogni piccolo scollinamento abbiamo modo di emozionarci vedendo quante migliaia di persone abbiamo davanti (ma ne abbiamo altrettante dietro!!!). Il ritmo è ancora blando, ma costante, siamo bravi, quasi meglio dei pacemaker! Tutto attorno gente festante, urla, incitamenti! E' bello, è una gioia! Me li ricordo i milanesi incazzati alla deejay ten, quelli che dovevano assolutamente attraversare la strada e che “Ma cosa le fate a fare ste buffonate che bloccano la città?”, qui no, qui ti incitano tutti, e lo faranno fino all'ultimo metro! Noto alcuni cartelli: “Nun te lamentà” “Daje” “Spaghetti con le vongole a 100 mt” “ Ce semo quasi (tipo al decimo chilometro)”... Il clima è allegro a bordo strada, ma anche in corsa: a uno squilla il telefono, da dietro si sente: “Dije che c'hai da fa'!” e ridiamo tutti, abbiamo ancora il fiato per farlo!
“Come va?””Benissimo” “Così fino al decimo!”. Io e Andrea siamo complementari, il suo programma gli dà il parziale di ogni singolo chilometro, la Gabriella ci dà la media, non ci manca niente, nemmeno il fiato! E' tutto perfetto, durerà? Boh, intanto andiamo avanti sereni!
Attorno al settimo altra salitella, un po' più lunga e ripida, ma niente di che, poi bella discesa fino al decimo, la nostra media ne trae giovamento e proseguiamo, belli soddisfatti. “Come va?””Benissimo” “Magari aspettiamo ancora dopo il ristoro per cambiare passo eh?” ecco... iniziano i primi, leggerissimi sintomi di insicurezza... Io per non saper né leggere e né scrivere mi prendo il primo dei due “Enervitene gel durante lo sport” per prevenire l'accumulo di acido lattico. E' una bomba di zucchero e non vedo l'ora di arrivare al ristoro dell'undicesimo per sciacquarmi la bocca! Ci arriviamo, ancora freschi, come l'acqua che prendiamo al volo... forse troppo fresca... “Oh ci verrà mica il mal di pancia””Boh, io ne bevo poca!”.
“Come va?””Benissimo” “ Così fino al ristoro del 16?” “OK”... più il traguardo si avvicina, più il nostro cambio di ritmo si allontana...

Al tredicesimo mi rendo conto che sto correndo una mezza maratona, la mia prima mezza maratona … Non so perché, ma la percezione esatta ce l'ho proprio lì, al cartello del KM 13, dopo i due chilometri dell'ultima salita (tosta eh... ma... cari romani... volete una salita? Andate a Solferino... quelle si che...) comunque... dicevo... è lì, in piena discesa che so, lo so con esattezza, lo so con precisione millimetrica, so che sto correndo la mia prima mezza maratona!!! Mai fatte tapasciate di 13 chilometri... quindi... non è una tapasciata, è una cosa “seria”!

“Come va?””Benissimo”
13, 14, 15, 16... i chilometri passano, mi sembra che i cartelli arrivino più velocemente, ma dal sedicesimo inizia l'incognita! Per colpa dell'influenza (non so se l'ho già detto, ma ho avuto un'influenza che...), non sono più riuscito a fare più di 16 chilometri... quindi da qui in avanti è un terreno inesplorato, non so come reagirò... “Come va?” “Bene, ho le gambe un po' dure””Arriviamo al 18 e poi se spigne!””Ok ci proviamo!”. Mi sembra addirittura di passare un “Ortichino”, ha la maglietta dell'Ortica team e il nome “Rocco” stampato sulla maglia, sarà vero? E' un'allucinazione? Comincio a credere di essere al Forlanini?
17 e 18 ancora buone sensazioni, il ritmo è sceso, ma non quanto avremmo voluto... “Come va?” “Abbastanza bene, i polpacci sono duri””Partiamo al 19!” “Va bene!”

Ed eccolo il 19! Lo vedo, da lontano, ma non arriva, non arriva più... come se io corressi e lui pure... lo fa apposta, si sposta, si allontana... “Come va?””Così così... tu vai Andrea, io non ce la faccio”... Al 19 Andrea parte... io mi fermo... duro come un baccalà, le gambe du' pezzi de marmo... vedo la schiena di Andrea che si allontana, piano... io ... cosa faccio? Rallento? Cammino? Mi fermo? Faccio stretching? Eccoli tutti i nodi che vengono al pettine!!! E lo sapevo... maledetta influenza!! per ora rallento... dopo lo scollinamento c'è il mare, lo sento... sento la brezza... la gente a bordo strada è fantastica, ci incita tutti, ci danno cinque a profusione, io me li prendo... mi caricano... Vedo il ventesimo, vedo anche Andrea, ancora non lontanissimo... “Come va?” me lo chiedo e mi rispondo da solo che va malissimo, ma che in fondo ci arrivo, cazzo!
E vedo il traguardo!!! Lo vedo, mi viene da piangere, ma non è il momento della commozione... una leggera discesa mi dà l'illusione di poter “spignere” l'ultimo chilometro, ma è un'illusione appunto... il traguardo è lì, ma per arrivarci c'è un tratto sul lungomare. Che cazzo vuol dire, lo vedo, ma non posso arrivarci, devo girargli attorno, fare il lungomare e poi ci sarà un'inversione a U, perché vedo gente che corre nella direzione opposta alla mia... “Arriverà st'inversione, arriverà”... ma non arriva... Arriva Andrea, lo vedo che corre nell'altro senso, lo invidio e per un attimo penso di tagliare... E' un attimo di debolezza, una frazione di secondo, ma ammetto di averla avuta. Poi vedo il punto dell'inversione, faccio la curva e con le gambe di marmo affronto gli ultimi 400 metri! 300, 200, 100, 50, 40,30, 20, 10, è finita!!!!!!!!!



Piango, ora si...

Mantellina, medaglia, ristoro e... Telefono all'Ila! Sta arrivando in treno con le bimbe, ci aspetta un pomeriggio in spiaggia!

Nel frattempo... massaggi!!!!!!!!!!!!! Si!!! Massaggi!!!!!! Me li sono meritati!!!!

Aspetto il mio turno e rinasco! Poi doccia allo Sporting Beach (roba da ricchi!) e finalmente pranzo sulla spiaggia!

E' finita!!! La mia prima mezza maratona è finita! Non so se sono pronto per la prossima, ora mi godo questa! Fino in fondo, fino a domani!

P.S. Come un vero atleta, alla fine di un mondiale, di un'olimpiade fingo di essere nel dopo gara, nel box Rai, intervistato da Elisabetta Caporale... e parto coi ringraziamenti.
Grazie ad Andrea, Andrea l'originale, è tutto merito suo, i miei inizi, i miei progressi, le ultime settimane di ripresa... senza i suoi incitamenti, senza le tapasciate della domenica, senza le ultime corse insieme al Forlanini, non solo non avrei mai finito, ma non avrei nemmeno mai iniziato!!!
Grazie a tutti i podisti anonimi che mi hanno sostenuto con mille whatsapp e con quel  video che mi ha fatto piangere sull'Italo che mi portava a Roma!

Grazie ad Andrea il romano, che ha corso con me, mi ha fatto compagnia e mi ha sostenuto fino al 19esimo! Una bella esperienza condivisa e una nuova amicizia grazie alla corsa!

Grazie all'Ila e alle piccoline che mi hanno accompagnato a Roma, che sono venute all'arrivo e che mi hanno sostenuto in tutti questi mesi ridendo dei miei abbigliamenti invernali, sopportando le mie tabelle, i miei racconti, i tempi sul chilometro...
Grazie al Dipa per aver sopportato i miei racconti durante le nostre cene del sabato sera e per avermi mandato le prime foto della gara, lui da Milano a me che ero a Roma…

Grazie a Gianfranco e all'Ortica Team per tutto l'entusiasmo che mi hanno trasmesso!

Grazie a tutti quelli che, da Melegnano a Solferino,  mi hanno chiesto della corsa, della preparazione, del viaggio e mi hanno incitato a non mollare: un grazie da niente, ma che per me vale come mille medaglie!