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Caro diario

Eravamo rimasti a un weekend nel torinese per un sabato da turista e una domenica di corsa insieme a Monica e agli amici della Podistica None. E’ passato più di un anno da quel giorno e il silenzio che avevo annunciato ha trovato riscontro nei fatti. Ora che non sono più un Podista Anonimo, dicevo, ora che sono obbligato a vestire i colori di una squadra, lascio qui i miei ricordi e inizio un nuovo capitolo altrove.
Una vera pirlata. Una delle tante.
Ho capito presto di sbagliarmi, ma i ritmi della vita non m’hanno permesso di rimediare quando avrei voluto. Ci provo adesso, per quanto sia possibile riassumere oltre un anno di fatti ed emozioni in un solo post.
Ricomincio da quel 24 aprile 2016, o meglio, dal giorno che l’ha seguito. Il 25 aprile 2016. Il giorno in cui ho definitivamente detto basta con le sigarette. Dopo la troppa fatica vissuta e descritta in quell’ultimo post, ho detto basta. E basta è stato. Basta è. Spero pure sarà. Certo è che, a oltre un anno da quel giorno, l’idea di ricomiciare non mi sfiora affatto.
Avevo da riprendermi per la micro frattura che m’era costata il ritiro alla Maratona delle Terre Verdiane e, non potendo percorrere lunghe distanze, mi sono dedicato esclusivamente al Miglio. Con grande impegno, specie durante la pausa estiva, ma con risultati che non mi hanno per nulla gratificato. Al punto da pensare che, a 46 anni e dopo circa 4 di corsa, non ci fosse più spazio per migliorarmi.
Ho passato l’inverno ad allenarmi per la Stramilano 2017 e credevo con convinzione di poter ottenere l’obiettivo che mi ero prefisso. Be’, ci sono andato lontano 5 minuti. 5 minuti fatti in parte da un infortunio alla schiena di cui parlerò più avanti, dal caldo di quella mattina e, perlopiù, almeno così penso, da un errore "nutrizionale". Ho scelto di non assumere nulla durante la corsa e, nella seconda metà, ho avuto un crollo nelle prestazioni che non posso giustificare altrimenti. Serve una nuova Mezza per poterne essere certi, ma la schiena…
La schiena ha iniziato a darmi segnali strani a gennaio: ho soprasseduto, in quanto non mi limitava in nessun modo. A un paio di settimane dalla Stramilano, i dolori sono scesi fino al polpaccio destro, trasformandosi in fascite tibiale. Protrusioni, piriforme, nervo sciatico e giù fino al polpaccio. La fascite tibiale non m’ha impedito di partecipare alla gara, ma, risultato finale a parte, mi sta limitando ancora oggi, a tre mesi dalla sua comparsa. Tre mesi nei quali ho scelto di stringere i denti e regalarmi le soddisfazioni che il Club del Miglio e il Corrimilano mi stanno dando. Senza allenarmi, senza potermi allenare. Correndo e basta.
Altra pirlata. Sì. Ma questo non è il momento di fermarsi, mi sono detto, e se è vero che sto gareggiando senza allenarmi e quindi non posso ambire a gran che, vero è pure che i risultati stanno arrivando: prima degli scarti, sono terzo di categoria da una parte e quinto dall’altra. Fra una settimana, entrambi i circuiti a cui sto partecipando si fermeranno per la pausa estiva. Così farò io, nella speranza non sia troppo tardi.
I risultati. Esattamente una settimana dopo la Stramilano, ho corso il mio miglior Miglio in pista. 5’34”. Il giorno dopo, per la prima volta da che corro, sono riuscito a stare sotto i 40’ sui 10.000. Stato di grazia. Puro stato di grazia. Potevo fermarmi?
Ho bissato sul Miglio con un 5’35” e poi è iniziata una progressiva perdita di fondo, come è normale che sia senza allenarsi, che mi tiene comunque poco sotto ai 4’/Km fino ai 5 Km e sui 4’10” sui 10 Km. Su entrambe le distanze, sono circa 10 secondi sopra quello che, numeri alla mano, era il mio limite quando di fondo ne avevo ancora.
Ah, mi son fatto pure un 800, il mio primo 800: 2’30” di pura adrenalina, al quale darò seguito.
Questa foto, infine. Palio dell'Ortica 2017. Probabilmente il motivo che mi ha portato qui. Sicuramente il motivo che mi ha riportato qui. Qui dove questa foto deve stare.