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Il Palio dell'Ortica

Centro Saini, Parco Forlanini (MI).
Arrivo ore 19.40. Compagnia delle migliori.
Ho da poche settimane conosciuto Massi che, come me, s'accompagna al Lofa. Mi sento a casa.
Arriviamo al banchetto dell'iscrizione e ci presentiamo come i Podisti Anonimi.
Ma come? Cazzo non ci conosci? Ah no... siamo Anonimi come fai a sapere chi siamo! :)
Due chiacchiere e poi riscaldamento.
Iniziamo bene, neanche un chilometro e ho già il fiatone.
Ma ci sta all'inizio.

Selfie pre-gara di rito.
Si vede che sono pronto (sì, sì...), ho già sete e sono disidratato, ho fame perché sono le 20.30 quasi e io a quest'ora mangio.
Andiamo sulla linea di partenza che ho un pezzo di focaccia ancora in bocca... chissà se mi servirà.
Partiamo! Fa troppo caldo!
Come al solito nei primi 800 metri ho ancora abbastanza ossigeno per dire la stronzata del momento: "Abbiamo già fatto 2 km?".
L'altra volta è stata: "Siamo quasi arrivati?".
Come al solito i veri professionisti della corsa mi guardano con compassione, mentre gli altri sfigati come me, la maggior parte, ridono... per non piangere.
Adesso che ci penso il Lofa non ha riso...
Km 1: La mia prima preoccupazione è assicurarsi di non arrivare ultimo.
Davanti a noi c'è un gruppo di Teletubbies gialli con maglietta con soprannome.
Quando scorgo il burroso "El Mozzarella" mi rendo subito conto che non arriverò ultimo. Bella lì!
Prima della fine del primo chilometro non ho ancora il fiatone ma le ginocchia ricominciano a farmi male come nelle ultime due settimane.
Km 2: Le ginocchia si riscaldano, il dolore passa ma inizia il respiro affannoso e sento ogni molecola di elio, azoto, ossigeno ed anidride carbonica grattarmi la trachea.
La media rimane 5:30 come al km 1.
Inizio a fare elucubrazioni matematiche per non pensare alla fatica. Sono al 33,3% periodico del percorso.
Km 3: Inizio ad odiare quei cartelli che segnano la fine del chilometro ma poi quando li vedo mi ci innamoro ancora perdutamente per poi odiarli a morte un millisecondo dopo.
5:30 ancora, non durerò molto.
Km 4: Inizia! Non capisco più niente, a posteriori il Lofa mi dice che mi vedeva male già al secondo chilometro... come biasimarlo.
Siamo già agli incitamenti e ho appena passato la metà del percorso.
"Dai che hai finito il quarto, vedi il cartello 4km?" Sì lo vedo manca ancora un 40% di chilometro.
Poi ci sono le salite, le discese che fanno male quanto le salite.
Le odio voglio tutto piatto, anche le tette di mia moglie.
Sono ancora in media con un miracoloso 5:30 da record.
Non l'avrei mai sperato con questo caldo ma manca ancora il 33,3% periodico di gara. Tutto può essere.
Km 5: Questo cartello di merda non arrivava più, scusate la scurrilità ma è esattamente quello che pensavo.
Poi inizio ad avere altri trip matematici, questa volta sotto forma di allucinazioni, e mi domando se il cartello "5 km" indichi l'inizio o la fine del quinto chilometro.
Quando realizzo che il cartello indica a favore mio si liberano un sacco di endorfine e sono felice. Ho fatto un km in un tempo infinitesimale. Dura un paio di secondi e poi torno alla realtà.
Cedo 10 secondi alla mia invidiabile media dei primi 4 km.
Km 6 (ultimo): Davanti vedo una buzzicona che è arrivata lì prima di me. Ho un moto di orgoglio e la supero. Da quel momento vedrà solo la mia schiena.
Massi e Lofa iniziano e finiscono l'ultimo chilometro "Rock & Roll" in 4:18, io ci metterò un minuto e 20 in più.
Arrivo  barcollando alla fine della gara. Mi manca il giro della pista, quanto saranno 300? 400m?
Vi assicuro che un chilomentro può essere più di 1000m.
Provo a superare l'ennesima buzzicona, meno dell'altra, quasi ci riesco ma a me ormai non mi fotte più niente di vincere, voglio fermarmi.
Manca pochissimo, alzo la testa perchè ci sono i fotografi, solo per questo.
Ho corso metà del tempo piegato in avanti sperando che il peso della panza mi aiutasse a rotolare verso il traguardo ma mi hanno spiegato che non è così.
E' finita! 33:30 ho le prove guardate sotto.

RECORD!!! Quei 13 secondi di troppo sono dovuti alla mia mano tremante che non riusciva ad aprire il marsupio per fermare il cronometro.
Non volevo più muovermi, nè sdraiarmi per paura di rimanerci secco. Volevo solo sedermi ancor prima di bere.
Poi la gara è finita con poca acqua, un ghiacciolo e un piatto di pasta buonissimo.
Devo correre a casa, c'è Brasile-Croazia.
Alla prossima guagliò, ho un futuro roseo.

25a Passeggiata dei Colli Morenici

Dammi retta, Massi: vacci. Ne sarai contento” mi scrive Andrea qualche giorno fa dopo che gli ho manifestato i miei dubbi: “Ma… non so… 10 chilometri? In collina? Da solo?” Si perché la tapasciata ha in sé un’affascinante contraddizione: nonostante la corsa sia uno sport individuale, la tapasciata è bella perché si fa in gruppo. Ma fare gruppo vuole anche dire fare come ha fatto Andrea che sapendo della mia trasferta mantovana per il ponte, mi ha mandato l’elenco completo di tutte le corse in zona in questi tre giorni di ritorno a casa.
E allora domenica 1 Giugno ore 8:00 eccomi qua, al parco Desenzani di Castiglione delle Stiviere per la 25° passeggiata Aloisiana!
Castiglione… ci ho fatto il liceo a Castiglione… e, come al liceo prima di ogni interrogazione, anche qui mi affido laicamente a san Luigi Gonzaga e già che ci siamo… che la mia tendinite e l’infiammazione all’alluce destro siano protette anche da Cinzia, Olimpia e Gridonia, le sorelle del Santo, quelle che interpellavo solo prima dei test più importanti! E qui mi sa che l’occasione lo richiede... Si ricorderanno di me dopo tutti questi anni?
Ormai ci sono, si va! Entro in modalità: “ritorno alle origini” e rispolvero il mio miglior dialetto solferinese che qui mi serve per comunicare coi gruppi podistici bresciani, con i runner gardesani e con gli amatori dell’alto mantovano.
Che strana sensazione la tapasciata sulle mie colline! Gioco in casa, ma sono paradossalmente in trasferta perché tutte le mie corse, tutti i miei allenamenti hanno visto Milano come scenario principale. E poi sono da solo… ce la farò? Ce la farò senza Andrea che mi sprona ad andare oltre i miei limiti? Ce la farò senza Barbara che detta il ritmo e mi aiuta ad essere costante?
8:30 mi iscrivo! Do i miei 2 euro e 50 e inizio lo stretching, al sole, in mezzo al verde del parco… e intanto comincia il conto alla rovescia: “Partenza ore 9” dice lo speaker “prima i bambini, poi il nord walk (lui lo chiama così…) e per finire i gruppi e i singoli per la 10 chilometri. Il percorso si snoda per le vie del centro storico di Castiglione (“Lo conosco come le mie tasche!”), per poi spostarsi sulle colline (le MIE colline), su asfalto e sterrato (“azz… le mie Kalenji reggeranno?”) con una parte leggermente ondulata (“ahia.. le mie gambe reggeranno?”).
Io ascolto, faccio considerazioni tra me e me, mi allungo, whatsappo foto dalla partenza e arrivano le 9:20 tra un “Bel fès” E un “Brào fès” rivolto ai primi bambini già arrivati al traguardo. “Fès” è l’essenza del nostro dialetto: da noi tutto è fès (“molto”): bello fès, bravo fès, fino al TVBF (Ti Voglio Bene Fès) che tutti noi avevamo scritto su zaini e diari…
9:20 si parte! Tutti in gruppo e lo starter dà il via con uno sparo (vero? Può essere… qui sono tutti cacciatori..) e solo adesso riconosco tra i partenti “il Cipolla”, mio compagno di elementari e di medie… provo a salutarlo, ma vedo solo la sua schiena per due minuti poi scompare, veloce come il vento… poco male, lo vedrò all’arrivo, mi auguro.
Primi passi in gruppo, mi pare di intuire dei ritmi altissimi, non mi accodo, lascio sfilare… qualcuno che corre come me lo troverò! Attraversiamo il parco, entriamo nel centro storico e mi sono già trovato un paio di punti di riferimento: una canottiera arancione del “Gruppo podistico Lonato” e una azzurra dei “Podisti della Valtenesi” vanno col mio passo anche se hanno una ventina d’anni più di me… ma va bene… io devo solo arrivare e scrivere il post per il blog dei Podisti Anonimi… sono 2.0 io…

Tra il terzo e il quarto chilometro inizia la parte “leggermente ondulata” e… passiamo nell’ordine: lo Zoncolan, il Mortirolo e il Gavia, le cime storiche del giro d’Italia che poco hanno a che fare col podismo amatoriale mi dico io… E del resto io le dovrei conoscere le “mie” colline. Me le facevo in mountain bike, mica coi pattini… E vabbè, saliamo! C’è sempre una discesa alla fine di ogni salita! E in salita io vado piano, ma canotta azzurra e canotta arancione mi stanno ben dietro, in discesa invece cerco di non forzare, di non andare a briglia sciolta mentre azzurro e arancione vanno di gran carriera e mi superano agevolmente. E’ una condotta che pagherà? Lo vedremo alla fine!

Nel frattempo, dal chilometro 2 ho dietro di me uno che… non so, non mi sono girato a guardarlo, non saprei descriverlo, ma ansima… ansima rumorosamente e ininterrottamente ad ogni passo… la sua è sicuramente una tecnica, ma l’effetto memoria stavolta è legato a certi filmetti che guardavamo durante l’adolescenza… altro che colline moreniche, altro che vita di campagna!

Prima o poi mi giro, voglio vederlo in faccia il "maniaco", ma non ora. Ora siamo alla Ghisiola, il manicomio criminale, siamo al chilometro 6, la gamba tutto sommato tiene, il fiato pure. Cosa faccio? Accelero? “Aspetta Massi, aspetta gli ultimi due!” e continuo così, la Gabriella mi dà un 5 e 40 al chilometro, non malissimo visti i passi alpini appena valicati!

Chilometro 7, si rientra in paese, la strada si appiana… allungo… mi lascio canotta azzurra alle spalle, arancione è scappato qualche minuto fa, ma ce l’ho nel mirino, lo riprendo! Il maniaco, invece, mi sta sempre dietro, lo sento…

Basta! Decido che è ora! Parto deciso e dopo una trentina di secondi l’ansimatore folle è sparito, sento i gemiti sempre più in lontananza, canotta arancione è lì, lo vedo e accelero ancora, me lo lascio alle spalle al chilometro 9 e faccio l’ultimo in scioltezza. All’arrivo Andrea sarebbe fiero di me! Bello! Belle sensazioni di testa, di gambe e di fiato!

Mi fiondo al ristoro, recupero il meritato sacchetto con i prodotti locali, whatsappo foto dell’arrivo, ma poco prima di andarmene, felice e soddisfatto, incontro “il Gianni e il Valerio” del - fino ad ora a me sconosciuto - “Gruppo podistico di Solferino (il mio paese natìo!)”: “Che fèt chè (“Cosa ci fai qui?”)? Set un curidùr (“Sei un runner?”)?”. “Beh ci provo, sto iniziando…” “Brào fès (non serve traduzione)!” “eh ma io sono un “curidùr” di pianura, ste colline mi hanno spezzato!”. “Ma queste non sono niente! Ti aspettiamo il 10 agosto a Solferino, lì si che si fa fatica, ci sei vero?” “Posso mancare a casa mia?”.
Ci sarò! Ma ho bisogno di una preparazione adeguata. Andrea ho bisogno di te! Ne ho bisogno… fès!!!


P.S. tornando a casa dei miei genitori passo davanti a casa del Cipolla…era già là… fresco, riposato e già docciato…