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25a Passeggiata dei Colli Morenici

Dammi retta, Massi: vacci. Ne sarai contento” mi scrive Andrea qualche giorno fa dopo che gli ho manifestato i miei dubbi: “Ma… non so… 10 chilometri? In collina? Da solo?” Si perché la tapasciata ha in sé un’affascinante contraddizione: nonostante la corsa sia uno sport individuale, la tapasciata è bella perché si fa in gruppo. Ma fare gruppo vuole anche dire fare come ha fatto Andrea che sapendo della mia trasferta mantovana per il ponte, mi ha mandato l’elenco completo di tutte le corse in zona in questi tre giorni di ritorno a casa.
E allora domenica 1 Giugno ore 8:00 eccomi qua, al parco Desenzani di Castiglione delle Stiviere per la 25° passeggiata Aloisiana!
Castiglione… ci ho fatto il liceo a Castiglione… e, come al liceo prima di ogni interrogazione, anche qui mi affido laicamente a san Luigi Gonzaga e già che ci siamo… che la mia tendinite e l’infiammazione all’alluce destro siano protette anche da Cinzia, Olimpia e Gridonia, le sorelle del Santo, quelle che interpellavo solo prima dei test più importanti! E qui mi sa che l’occasione lo richiede... Si ricorderanno di me dopo tutti questi anni?
Ormai ci sono, si va! Entro in modalità: “ritorno alle origini” e rispolvero il mio miglior dialetto solferinese che qui mi serve per comunicare coi gruppi podistici bresciani, con i runner gardesani e con gli amatori dell’alto mantovano.
Che strana sensazione la tapasciata sulle mie colline! Gioco in casa, ma sono paradossalmente in trasferta perché tutte le mie corse, tutti i miei allenamenti hanno visto Milano come scenario principale. E poi sono da solo… ce la farò? Ce la farò senza Andrea che mi sprona ad andare oltre i miei limiti? Ce la farò senza Barbara che detta il ritmo e mi aiuta ad essere costante?
8:30 mi iscrivo! Do i miei 2 euro e 50 e inizio lo stretching, al sole, in mezzo al verde del parco… e intanto comincia il conto alla rovescia: “Partenza ore 9” dice lo speaker “prima i bambini, poi il nord walk (lui lo chiama così…) e per finire i gruppi e i singoli per la 10 chilometri. Il percorso si snoda per le vie del centro storico di Castiglione (“Lo conosco come le mie tasche!”), per poi spostarsi sulle colline (le MIE colline), su asfalto e sterrato (“azz… le mie Kalenji reggeranno?”) con una parte leggermente ondulata (“ahia.. le mie gambe reggeranno?”).
Io ascolto, faccio considerazioni tra me e me, mi allungo, whatsappo foto dalla partenza e arrivano le 9:20 tra un “Bel fès” E un “Brào fès” rivolto ai primi bambini già arrivati al traguardo. “Fès” è l’essenza del nostro dialetto: da noi tutto è fès (“molto”): bello fès, bravo fès, fino al TVBF (Ti Voglio Bene Fès) che tutti noi avevamo scritto su zaini e diari…
9:20 si parte! Tutti in gruppo e lo starter dà il via con uno sparo (vero? Può essere… qui sono tutti cacciatori..) e solo adesso riconosco tra i partenti “il Cipolla”, mio compagno di elementari e di medie… provo a salutarlo, ma vedo solo la sua schiena per due minuti poi scompare, veloce come il vento… poco male, lo vedrò all’arrivo, mi auguro.
Primi passi in gruppo, mi pare di intuire dei ritmi altissimi, non mi accodo, lascio sfilare… qualcuno che corre come me lo troverò! Attraversiamo il parco, entriamo nel centro storico e mi sono già trovato un paio di punti di riferimento: una canottiera arancione del “Gruppo podistico Lonato” e una azzurra dei “Podisti della Valtenesi” vanno col mio passo anche se hanno una ventina d’anni più di me… ma va bene… io devo solo arrivare e scrivere il post per il blog dei Podisti Anonimi… sono 2.0 io…

Tra il terzo e il quarto chilometro inizia la parte “leggermente ondulata” e… passiamo nell’ordine: lo Zoncolan, il Mortirolo e il Gavia, le cime storiche del giro d’Italia che poco hanno a che fare col podismo amatoriale mi dico io… E del resto io le dovrei conoscere le “mie” colline. Me le facevo in mountain bike, mica coi pattini… E vabbè, saliamo! C’è sempre una discesa alla fine di ogni salita! E in salita io vado piano, ma canotta azzurra e canotta arancione mi stanno ben dietro, in discesa invece cerco di non forzare, di non andare a briglia sciolta mentre azzurro e arancione vanno di gran carriera e mi superano agevolmente. E’ una condotta che pagherà? Lo vedremo alla fine!

Nel frattempo, dal chilometro 2 ho dietro di me uno che… non so, non mi sono girato a guardarlo, non saprei descriverlo, ma ansima… ansima rumorosamente e ininterrottamente ad ogni passo… la sua è sicuramente una tecnica, ma l’effetto memoria stavolta è legato a certi filmetti che guardavamo durante l’adolescenza… altro che colline moreniche, altro che vita di campagna!

Prima o poi mi giro, voglio vederlo in faccia il "maniaco", ma non ora. Ora siamo alla Ghisiola, il manicomio criminale, siamo al chilometro 6, la gamba tutto sommato tiene, il fiato pure. Cosa faccio? Accelero? “Aspetta Massi, aspetta gli ultimi due!” e continuo così, la Gabriella mi dà un 5 e 40 al chilometro, non malissimo visti i passi alpini appena valicati!

Chilometro 7, si rientra in paese, la strada si appiana… allungo… mi lascio canotta azzurra alle spalle, arancione è scappato qualche minuto fa, ma ce l’ho nel mirino, lo riprendo! Il maniaco, invece, mi sta sempre dietro, lo sento…

Basta! Decido che è ora! Parto deciso e dopo una trentina di secondi l’ansimatore folle è sparito, sento i gemiti sempre più in lontananza, canotta arancione è lì, lo vedo e accelero ancora, me lo lascio alle spalle al chilometro 9 e faccio l’ultimo in scioltezza. All’arrivo Andrea sarebbe fiero di me! Bello! Belle sensazioni di testa, di gambe e di fiato!

Mi fiondo al ristoro, recupero il meritato sacchetto con i prodotti locali, whatsappo foto dell’arrivo, ma poco prima di andarmene, felice e soddisfatto, incontro “il Gianni e il Valerio” del - fino ad ora a me sconosciuto - “Gruppo podistico di Solferino (il mio paese natìo!)”: “Che fèt chè (“Cosa ci fai qui?”)? Set un curidùr (“Sei un runner?”)?”. “Beh ci provo, sto iniziando…” “Brào fès (non serve traduzione)!” “eh ma io sono un “curidùr” di pianura, ste colline mi hanno spezzato!”. “Ma queste non sono niente! Ti aspettiamo il 10 agosto a Solferino, lì si che si fa fatica, ci sei vero?” “Posso mancare a casa mia?”.
Ci sarò! Ma ho bisogno di una preparazione adeguata. Andrea ho bisogno di te! Ne ho bisogno… fès!!!


P.S. tornando a casa dei miei genitori passo davanti a casa del Cipolla…era già là… fresco, riposato e già docciato…



1 commento:

  1. Per tutte le volte - troppe - che hai scritto il mio nome in questo post, un TVBF è il minimo che io possa rivolgerti.
    Brào fès, davvero!

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