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Deejay Ten 2014 - Lo Stato di Grazia

Il Coach - che in verità non è un coach, ma che se noi Podisti Anonimi della prima ora chiamiamo Coach è perché, evidentemente, sappiamo che qualcosa da insegnarci ce l'ha - il Coach dice che è normale che durante una prestazione probante di medio/lunga distanza ci siano dei momenti in cui le cose non vanno. Sono solo dei momenti, dice, che passano nello stesso modo in cui arrivano. Basta non farsi condizionare dalla paura che tornino.
Sabato scorso, a una settimana dalla Deejay Ten, ho provato un allenamento a ritmo gara. Probante il giusto per capire fin dove potevo spingermi.
Tutto bene fino al Km 7, poi un dolore atroce al fegato, tanto forte da dovermi piegare e camminare per qualche decina di secondi. Duecento metri circa di sconforto, i latrati della sfiducia a prendersi gioco delle mie speranze di lungo degente. Poi, con la giusta cautela, ho ripreso a correre: dapprima piano e, quando ho capito che non vi era più motivo per tenere quell'andatura da jogger con pantalone lungo marsupio e K-way, più veloce. Più veloce dei primi 7 Km. Basta non farsi condizionare dalla paura, ha ripreso a dire la voce del Coach, chiara, senza alcun fastidioso vociare in sottofondo. Ed è finita con il miglior tempo da che ho ripreso dall'infortunio, 46 minuti e rotti, contento al punto che quando c'è stato da dichiarare il colpo, ho azzardato 45. Perché quando c'è una gara, con uno sparo e tante persone che corrono con te, durante la gara capitano momenti in cui le cose non vanno, è vero, ma può capitare anche lo Stato di Grazia. Mica sempre, ma capita. E ho voluto credere che ieri potesse capitare.
Lo Stato di Grazia m'era capitato una sola volta, era il Giro da Paura 2013. Le gambe andavano in modo sorprendente. Non esisteva fatica. Non c'era paura. Dei dolorini che ogni tanto saltano fuori al ginocchio o a qualche muscolo a caso neanche l'ombra, tutto come vorresti che fosse sempre. Finii quei 6 Km sparati con un tempo al quale facevo fatica a credere.
Lo Stato di Grazia s'è ripresentato ieri. E nonostante il GPS ripetesse a ogni chilometro che stavo andando ben oltre le possibilità che immaginavo per le mie gambe, non sentivo fatica. Respiravo bene, appoggiavo sicuro nonostante abbia passato tanto tempo, troppo, a far su e giù da marciapiedi e salvagente. Ero fiducioso, che è diverso da dire certo, di poter continuare così fino al traguardo. E così è stato. Ho chiuso in 43'33". Tre minuti in meno rispetto a 8 giorni prima. In Stato di Grazia. Che non è la sorpresa dentro il pacchetto delle patatine, ma che se lo cerchi lo trovi.

1 commento:

  1. Bella...la descrizione dello stato di grazia.... ecco il mio obiettivo: trovare quello stato che domenica ti ha fatto volare...
    Bravo anonimo sempre più sorprendente!
    Il coach che non è un coach

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